
Passano i mesi e sui flussi di cassa da attuare nelle scuole, per ridurre i tempi di pagamento, continua a dominare l’incertezza: l’imposizione della norma dello scorso autunno – il decreto legge n. 155 del 19 ottobre 2024 sulle “Misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali” – continua infatti a non essere supportata da una nota chiarificatrice da parte dei ministeri coinvolti. Come abbiamo avuto già modo di evidenziare, a leggere l’articolo 6 del decreto, almeno da parte del legislatore non vi sarebbero dubbi: Al fine di rafforzare le misure già previste per la riduzione dei tempi di pagamento, dando attuazione alla milestone M1C M1C1-72 bis del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, adottano entro il 28 febbraio di ciascun anno, un piano annuale dei flussi di cassa, contenente un cronoprogramma dei pagamenti e degli incassi relativi all’esercizio di riferimento. E tra le amministrazioni statali da considerare vi sono pure le scuole: nell’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 sono infatti ricompresi anche “gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative”.
Tutto chiaro, quindi? Non proprio. Perché negli ultimi mesi dalle amministrazioni centrali coinvolte sono giunte interpretazioni diverse della norma-base, a volte contrapposte. Tanto che le amministrazioni scolastiche si stanno comportando in modo diversificato: alcune hanno dato seguito alla normativa, addirittura predisponendo una verifica trimestrale; altre, sembra la maggior parte, non lo hanno mai fatto; altre ancora hanno atteso il parere dei revisori dei conti. I quali, a loro volta, avrebbero sinora in netta prevalenza evitato di affrontare l’argomento, quindi chiudendo un occhio.
Ma questa situazione di limbo non potrà durare a lungo. A livello ministeriale, si starebbero studiando delle forme di “attenuazione” della norma: alla ‘Tecnica della Scuola’ risulta che il dicastero bianco avrebbe già pronta una bozza della Nota ministeriale da inviare alle scuole, dentro la quale non vi sarebbe tuttavia una vera e propria deroga alla norma dello scorso autunno. L’esclusione delle scuole dai flussi di cassa andrebbe infatti a confliggere con quanto stabilito dal legislatore.
Per ridurre l’impatto dei flussi di cassa nelle scuole, il piano ‘A’ predisposto da Viale Trastevere prevederebbe allora l’attuazione di resoconto di conteggi periodici non trimestrali, ma semestrali; il piano ‘B’, su cui starebbe lavorando il Mim, prevederebbe invece la possibilità di fare in modo che sia l’apparato ministeriale centrale a realizzare i flussi di cassa, sempre sulla base dei numeri periodici forniti delle scuole.
Sulla possibilità di ridurre, quindi, l’impatto della norma sui flussi di cassa tutto dipenderà dai margini di spazio che lascerà concedere la Ragioneria dello Stato. La speranza, per ds e Dsga, è che la risposta definitiva giunga in tempi non troppo lunghi. E nel frattempo continua la gestione “fai da te”.