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Fumo passivo

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Sono almeno 4 milioni i bambini italiani che vivono in famiglie di fumatori e che sono quindi esposti al rischio del fumo passivo. Il dato emerge da una recentissima indagine dell’Istat che fornisce numeri anche molto precisi: 1 milione 577mila hanno meno di quattro anni, 2 milioni 612mila hanno da sei a quattordici anni; la metà dei bambini italiani da zero a quattordici anni convive con almeno un fumatore.
L’Istat ha calcolato che tra i 4 milioni 189mila bambini che vivono in famiglia con fumatori, il 68 è esposto al fumo di una sola persona, il 28 al fumo di due persone e il 4% al fumo di tre o più persone.
"E’ anche vero – scrivono però i ricercatori dell’Istat – che non tutti i genitori fumatori sottopongono i loro figli ai danni diretti del fumo passivo: si presume infatti che la consapevolezza della pericolosità del fumo induca molti genitori a non fumare in presenza dei propri figli e a prendere le dovute precauzioni, il che ridurrebbe in parte la rilevanza del fenomeno".
A conferma di questo c’è un dato interessante: per ciò che riguarda, per esempio, i bambini in età prescolare, si nota che quando il titolo di studio più alto di uno dei due genitori è la laurea, nel 62% dei casi nessuno dei genitori fuma, se il titolo di studio è il diploma la percentuale scende al 59%, se è la licenza media si passa al 45%, mentre se i genitori hanno la licenza elementare o nessun titolo, i nuclei in cui nessun genitore fuma sono solo il 25%.
Un altro dato interessante che emerge dalla ricerca riguarda la relazione tra fumo passivo e abitudine al fumo: chi è esposto fin da piccolo al fumo dei genitori imita il modello genitoriale con maggior facilità rispetto a chi è vissuto in famiglie di non fumatori.
In altre parole il fumo dei genitori e di altri componenti della famiglia condiziona fortemente il comportamento giovanile.
Per esempio: se nessuno dei genitori fuma, su 100 giovani solo il 15% consuma tabacco; se fumano entrambi i genitori, la percentuale di fumatori tra i loro figli si alza notevolmente, di venti punti percentuali (35%).
Sono dati che la dicono lunga sul ruolo educativo della famiglia e sulla reale incidenza delle campagne di educazione alla salute promosse all’interno del sistema scolastico.