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Gender pay gap e scelte lavorative: per le studentesse l’insegnamento non è più la prima opzione

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Qual è il lavoro dei sogni? È la domanda che tutti si sono sentiti dire almeno una volta nella vita. E le risposte sono spesso varie, cambiano nel tempo e sono influenzate anche da una forte pressione esercitata dal genere.

Di cosa si tratta?

Secondo i dati Eurostat in Italia il divario retributivo di genere (gender pay gap) è pari al 12%. Ciò mette a dura prova le scelte delle studentesse e degli studenti che devono fare i conti con il proprio futuro.

Dal rapporto OCSE 2019 è emerso un dato molto significativo sulla scelta della professione per quanto riguarda le studentesse. Infatti, se nel 2000 al primo posto il lavoro dei sogni delle intervistate era quello dell’insegnante, nel 2018, invece, è stato superato dalla professione medica. Entra tra i primi cinque posti il ruolo di manager aziendale, al posto di psicologa.

Per quanto riguarda la scelta degli studenti, il lavoro dell’ingegnere passa dal terzo al primo posto, seguito da manager aziendale e medico. Il ruolo dell’insegnante non rientra tra i primi cinque.

Dai dati OCSE 2021, inoltre, si riscontra un altro dato da non sottovalutare. Infatti, si osserva che la professione dell’insegnamento è scelta più dalle donne che dagli uomini, rispetto ad altre professioni, fatto che riflette il persistente divario di genere nei confronti di guadagno (a favore degli uomini) nel mercato del lavoro.

Ridurre il gender pay gap, come?

Proprio ieri, giovedì 14 ottobre, la proposta di legge sulla riduzione del gender pay gap ha ottenuto alla Camera 393 voti favorevoli. Il testo modifica il codice delle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo, in modo da ridurre le differenze nelle retribuzioni. Ma c’è altro.

La proposta contiene anche l’obbligo di redazione del rapporto di parità che riguarderà aziende pubbliche e private che impiegano più di 50 dipendenti, sgravi contributivi, meccanismi premiali per gli aiuti di Stato, strumenti per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, accanto a un sistema di certificazione della parità di genere. Adesso sarà la volta del voto al Senato.