Home Pensionamento e previdenza Giannini apre ai Quota96: in agenda subito dopo le elezioni europee

Giannini apre ai Quota96: in agenda subito dopo le elezioni europee

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Il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, apre uno spiraglio per l’esito positivo della vicenda dei Quota96, i docenti rimasti intrappolati in servizio per l’entrata in vigore senza deroghe delle riforma Fornero. “Questo aspetto – ha detto Giannini rispondendo ai giornalisti a margine di un incontro elettorale di Scelta civica a Terni.- riguarda circa 4.000 persone, sarebbe già un importante impegno, credo che ci sia lo spazio”.

Il Ministro si è quindi impegnato personalmente sulla questione: “subito dopo la fine della campagna elettorale per le europee verrà affrontato il problema dei pensionati della scuola quota 96”, ha detto ancora il responsabile del Miur.

Il motivo sul cauto ottimismo cui è giunto d’improvviso il Ministro, dopo diverse settimane di attendismo, si deve ad un incontro tenuto il 16 marzo con il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, anche per affrontare questa ormai annosa questione.
“Abbiamo messo vari capitoli specifici tra cui anche questo in agenda – ha detto – non a partire da questa settimana, ma subito dopo ci vedremo”, ha spiegato ancora Giannini. In agenda ci sono comunque anche altre questioni “per dare una risposta strategica a tutto il capitolo istruzione”. Giannini ha anche detto che sul versante della formazione scolastica e accademica “ci saranno novità molto rapidamente” ed entro giugno “tutte queste cose verranno proposte ed esaminate”.

Resta da capire, ora, se gli impegni del Ministro, ad iniziare dalla soluzione che vuole dare ai Quota96 per risolvere la quale occorrono almeno 400 milioni di euro l’anno per i prossimi 3-4 anni, dipendino dall’esito del rinnovo del Parlamento europeo del 25 maggio. Soprattutto perché qualora la stessa Giannini dovesse riuscire a fare eleggersi, potrebbe non rimanere più nemmeno a capo del dicastero di Viale Trastevere. Rimarrebbe in vita, a quel punto, il supporto del Mef. Il quale, però, ha sempre detto – in coro con la Ragioneria Generale dello Stato – che i soldi mancano.