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Giannini: “Scommettere sulle donne, daranno forza al Paese”

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E sulle donne  bisogna “scommettere,  sulle giovani scienziate e studiose  perché daranno forza al sistema civile, politico ed economico del nostro Paese”.

Un’esigenza tanto più urgente alla luce di “un mondo nel quale forze ideologiche fondamentaliste si battono con crudeltà e lucidità contro l’unica vera leva di sviluppo: l’istruzione delle donne. Nel mondo di Malala, delle studentesse rapite da Boko Haram, della guerra mondiale a capitoli dei nostri giorni, noi vogliamo che le nostre bambine a scuola vedano un’educazione che ne valorizza i meriti e che educa tutti al rispetto della differenza come condizione essenziale della democrazia”.

Ha pure ricordato  il coraggio di italiane come Emma Bonino, Maria Montessori, Rita Levi Montalcini: modelli per tutte le ragazze che “in Italia e nei Paesi in via di sviluppo denunciano e combattono con il coraggio del quotidiano il sessismo dell’abuso e della violenza ma anche quello delle parole e dei costumi”.

“Questa cerimonia solenne vuol segnalare l’impegno con cui lo Stato e chi ne rappresenta l’unità fa suo un mutamento di paradigma che ha al centro la donna, anzi le donne. Sul terreno della dignità delle donne il ministero dell’Istruzione sente una responsabilità diretta e di sistema: la sentiamo per le bambine, quelle delle nostre realtà paesane e urbane, per quelle straniere e quelle native, quelle disabili e portatrici di talenti non valorizzati”.

“Questo è il messaggio che dobbiamo inviare soprattutto in questa giornata attraverso l’istruzione – ha aggiunto Giannini – scommettere sulle giovani scienziate e studiose: quelle delle discipline economiche e giuridiche, della biologia e della semiotica, della storia e della matematica, della medicina e della demografia. Tutte daranno forza al sistema civile, politico, economico del nostro Paese”.

“Rimangono grandi e gravi – ha proseguito Giannini – le violazioni dei diritti del genere femminile. Sono violazioni spesso costituzionalizzate, o coperte dall’ipocrisia del doppio standard, da legislazioni che tollerano l’abuso di genere dentro e fuori le mura di casa”.