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Gli adolescenti e il rischio delle consulenze “on line”

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Da un’inchiesta condotta sul territorio nazionale (negli scorsi mesi di luglio, agosto e settembre) dall’Osservatorio sui Diritti dei Minori emerge che la maggioranza degli adolescenti preferisce la consulenza “on line” ai consigli dei genitori e degli insegnanti.
Le ragioni che spingono il 72% dei soggetti in età evolutiva (il 59% del quale della componente maschile ed il 41% della componente femminile) ad accostarsi ai molteplici servizi di orientamento forniti “on line” sono costituite per il 31% da informazioni inerenti la sfera dietetico-alimentare, per il 26% sessuale, per il 20% astrologica, per il 14% psicologica, per il 9% altre motivazioni.
E’ il 62% delle adolescenti a prevalere tra coloro che stabiliscono contatti con servizi di consulenza on line orientati a risolvere problemi di sovrappeso o di mantenimento della linea.
Netta prevalenza, invece, della componente maschile (66%) circa la ricerca di soluzioni on line a problemi di carattere sessuale. Le “preoccupazioni”, sia per i maschi che per le femmine, riguardano maggiormente la contraccezione e la verifica della propria “normalità” fisica, fisiologica e di orientamento sessuale.
Equità quantitativa tra le parti in tema di astrologia, infatti al 51% delle adolescenti corrisponde un 49% dei maschi che consulta i servizi di previsione astrale – in prevalenza di cartomanzia – tendenzialmente per le stesse ragioni, cioè amore e futuro.
Analoga situazione, con la prevalenza del 53% degli adolescenti, circa la consultazione a sfondo psicologico con una nutrita gamma di motivazioni, le più significative delle quali concernenti il disagio e l’incomunicabilità in famiglia.
Altre motivazioni (9%) riguardano essenzialmente i pronostici sportivi e i consigli per gli acquisti.
Commentando i risultati dell’inchiesta, condotta su un campione di 400 adolescenti (equamente suddivisi fra sesso maschile e femminile) in età compresa fra i 14 e i 18 anni, il sociologo Antonio Marziale, presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori, afferma: “l’orientamento abbraccia varie fasi dello sviluppo evolutivo ed investe tutto l’arco della vita dell’individuo. Mentre, fino a qualche anno fa, i referenti legittimati a contribuire all’orientamento dei soggetti in età evolutiva erano quasi esclusivamente le primarie agenzie di socializzazione, prime fra le quali la famiglia e la scuola, adesso bisogna guardare al web come ausilio concreto alla relazione d’aiuto”.
“Le ripercussioni che la fenomenologia comporta, però – sottolinea Marziale – sono molteplici e seri, cagionati principalmente dal livello ancora da considerarsi medio-basso di alfabetizzazione in termini di media education, che non permette alle masse adolescenziali una corretta decodifica delle risposte con il rischio di interpretazioni dannose sul piano psicofisico, considerato che la maggior parte delle esigenze che generano i contatti sono costituiti da ragioni strettamente legate alla salute, quali la sfera alimentare, sessuale e psicologica”
Per il presidente dell’Osservatorio “il ricorso degli adolescenti alla consulenza on line contribuisce a conferire ulteriormente ai mass media in generale il ruolo di primaria agenzia di socializzazione, ecco perché relativamente ad internet urge una legislazione internazionale che tuteli i fruitori, soprattutto in età evolutiva, in termini di sicurezza”.
“L’inchiesta – conclude Marziale – rende intelligibile un persistente divario tra adulti di riferimento e adolescenti, che neanche l’avvento dei mezzi di comunicazione di massa è riuscito a ridurre riguardo a temi fondamentali come la maturazione personale della sessualità e ciò dovrebbe indurre soprattutto i genitori a riflettere sull’impropria delega educativa da loro stessi conferita alla tecnologia”.