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Gli studenti non chiedono il 6 politico, ma rispetto. Fassina (Leu): il Parlamento allontani le aziende dalla scuola

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Gli studenti sono l’anima della scuola, ascoltiamoli. È questo il senso dell’intervento del deputato di LeU, Stefano Fassina, a commento delle sentite proteste studentesche di venerdì 4 febbraio: maturità 2022 e Pcto sono stati i temi indicati maggiormente, ma Fassina chiede soprattutto un cambio di passo del Parlamento, per popi entrare in un secondo momento nei particolari delle modifiche da attuare.

“Il governo e il Parlamento devono ascoltare la voce degli studenti – dice il rappresentante di di LeU – la loro presenza a decine di migliaia in tante città italiane, dopo una fase di occupazioni e autogestioni delle scuole, esprime un messaggio chiaro: basta gestione emergenziale della scuola, basta visione aziendalista e stupidamente strumentale del sapere”.

Rivediamo la mission della scuola

Secondo Fassina “è necessario ridefinire, innanzitutto in Parlamento, la missione della scuola e il suo rapporto con l’universo del lavoro”.

Il deputato ricorda anche gli scontri dei giorni scorsi dei manifestanti con le forze dell’ordine. “La scuola e gli studenti non sono un problema di ordine pubblico. È giusto che la ministra Lamorgese ricostruisca alle Camere le responsabilità degli scontri e delle manganellate a Roma e a Torino. Ma è decisivo discutere con il ministro Bianchi il futuro della scuola”.

Fassina punta quindi il dito sulle “modalità del prossimo esame di maturità a valle di due anni segnati da Dad improvvisata e lezioni a singhiozzo”. E aggiunge: “L’obiettivo non è il ‘6 politico’, ma evitare di colpire chi in famiglia ha meno possibilità”.

Formazione e lavoro, attenzione!

Quindi, si rivolge a chi insiste con le esperienze scuola-lavoro dei giovani in formazione: sostiene che sono “quasi sempre umilianti”.

Quindi, il deputato plaude alla “sessione parlamentare proposta opportunamente dal Pd per portare avanti l’agenda indicata dal presidente Mattarella, la scuola deve essere il primo punto. Le ragazze e i ragazzi protagonisti delle belle manifestazioni di ieri sono uno straordinario motore di cambiamento progressivo per la nostra scuola e la nostra democrazia”, conclude Fassina.

Il Ministero tenta di “ricucire”

Non possiamo sapere se il cambio di passo chiesto dall’onorevole Stefano Fassina al Parlamento, e prima ancora al Governo, si potrà realizzare. Di sicuro, al ministero dell’Istruzione sanno bene che il rapporto con gli studenti non può rimanere teso: venerdì, alcuni dirigenti del dicastero di Viale Trastevere hanno incontrato una rappresentanza degli studenti che era giunta davanti al Ministero.

E il prossimo martedì, l’8 febbraio, le Consulte delle studentesse e degli studenti – gli organismi studenteschi di recente rinnovati e che si accingono ad eleggere il loro portavoce nazionale – incontreranno il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.

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