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Governo, parla Savona: se vogliamo un’Ue più equa serve una scuola europea comune d’ogni ordine e grado

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“Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune, che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica”: il punto è indicato dall’economista Paolo Savona, assieme a diversi altri sulla sua visione dell’Ue e del ruolo che dovrebbe avere l’Italia, nel giorno che ha tutta l’aria di essere quello decisivo per la formazione del nuovo Governo targato M5S-Lega e guidato dall’avvocato Giuseppe Conte. Dal Quirinale, infatti, sembra che continuino a permanere forti perplessità su Paolo Savona, perchè considerato anti-europeista.

Ad oggi forti differenze

Savona auspica, quindi, una formazione comune, per tutti i Paesi dell’Unione, che produca cittadini omologati, senza discriminazioni: al momento, invece, vi sono forti differenze, ad iniziare dalla durata del corso di studi. Ma anche a livello di età iniziale. E, ovviamente, di contenuti dei corsi di studi, con Paesi che sviluppano programmi moderni, altri più tradizionali e ancora discretamente legati alla forma del loro Governo.

“Voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa”

Nel suo intervento, diffuso tramite il sito internet “scenarieconomici.it”, Savona spiega che è giunto il momento di “chiarire quali sono le mie posizioni sul tema dibattuto e quelle del Governo che si va costituendo interpretando correttamente la volontà del Paese”; a questo proposito, “sintetizzo dicendo: voglio una Europa diversa, più forte, ma più equa”.

“Non sono mai intervenuto in questi giorni – continua l’economista – nella scomposta polemica che si è svolta sulle mie idee in materia di Unione Europea e, in particolare, sul tema dell’euro, perché chiaramente espresse nelle mie memorie consegnate all’Editore il 31 dicembre 2017, circolate a stampa in questi giorni, in particolare alle pagine 126-127”. Ma ora, sottolinea, ha deciso di esprimere il sui pensiero nel dettaglio “per il rispetto che porto alle Istituzioni”.

I punti da attuare

Ecco, in successione, i punti indicati da Savano come fondamentali per il rilancio dell’Italia:

– Creare una scuola europea di ogni ordine e grado per pervenire a una cultura comune che consenta l’affermarsi di consenso alla nascita di un’unione politica.

– Assegnare alla BCE le funzioni svolte dalle principali banche centrali del mondo per perseguire il duplice obiettivo della stabilità monetaria e della crescita reale.

– Attribuire al Parlamento europeo poteri legislativi sulle materie che non possono essere governate con pari efficacia a livello nazionale.

– Conferire alla Commissione Europea il potere di iniziativa legislativa sulle materie di cui all’art. 3 del Trattato di Lisbona.

– Nella fase di attuazione, prima del suo scioglimento, assegnare al Consiglio europeo dei capi di Stato e di governo compiti di vigilanza sulle istituzioni europee per garantire il rispetto degli obiettivi e l’uso dei poteri stabiliti dai nuovi accordi.

Quello che va chiesto all’Unione Europea

“Per quanto riguarda la trasposizione di questi miei convincimenti nel programma di Governo – si legge ancora nella nota di Savona – non posso che riferirmi al contenuto del paragrafo 29, pagine 53-55, del Contratto stipulato tra la Lega e il M5S, nel quale vengono specificati gli intenti che verranno perseguiti dal Governo che si va costituendo “alla luce delle problematicità emerse negli ultimi anni”.

Queste inducono a chiedere all’Unione Europea “la piena attuazione degli obiettivi stabiliti nel 1992 con il Trattato di Maastricht, confermati nel 2007 con il Trattato di Lisbona, individuando gli strumenti da attivare per ciascun obiettivo”.