Home Attualità Governo tecnico Draghi: sulla scuola partirà da classi pollaio, dispersione e precari?

Governo tecnico Draghi: sulla scuola partirà da classi pollaio, dispersione e precari?

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Da dove partirà il nuovo ministero dell’Istruzione del governo tecnico a guida Mario Draghi? Un’ipotesi possibile è quella della ripartenza dal lascito della Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, e nello specifico, dall’atto di indirizzo politico-istituzionale per il 2021, un documento che potrebbe costituire la base da cui riprendere in mano la scuola e rilanciarla. Ma esattamente, da quali punti dell’atto di indirizzo ripartire? Ecco perché immaginiamo che con il governo Draghi, tra i vari possibili temi, si riparta soprattutto dalla dispersione scolastica, dalle classi pollaio, dai precari, dalla carriera docenti e dalla mobilità.

Ma innanzitutto va chiarito: perché ripartire con buona probabilità dall’atto di indirizzo della Ministra? Perché, lo ricordiamo, il governo tecnico è un governo di breve durata, come spieghiamo in un altro pezzo, e si pone pochi, precisi obiettivi, prima di ridare la parola agli elettori. Dunque in fatto di scuola, più che stravolgere, si tenterà di recuperare quanto di buono è stato prodotto e di risolvere qualche criticità particolarmente grave o urgente. E considerata l’emergenza sanitaria, questo intervento urgente dovrebbe avvenire nell’ambito della messa in sicurezza delle scuola, della riapertura (vi si lega il tema delle classi pollaio), della dispersione scolastica (vi si lega il tema dell’accesso alle tecnologie e del diritto alla connessione).

Ma ci sono anche altri temi cari all’ex Presidente della BCE in fatto di scuola.

Alcuni temi scuola cari a Draghi

Quando Draghi era alla guida di Bankitalia, infatti, affermò che nelle scuole, i percorsi di carriera sono governati da meccanismi che mescolano precarietà e inamovibilità; e che la mobilità ha scarso legame con le esigenze educative, con meriti e capacità. Se ne deduce che la lotta alla precarietà e all’inamovibilità potrebbe essere il cardine della politica scolastica al tempo di Mario Draghi. Dunque: meritocrazia nella carriera docenti e sforzo di risoluzione del problema storico dei precari, oltre alle questioni strettamente legate all’emergenza sanitaria.

Quali margini di azione? Dal punto di vista economico, le condizioni per muovere dei passi avanti importanti ci sono, a seguito di stanziamenti dedicati al mondo della scuola che eccedono la soglia dei sette miliardi di euro per il solo 2020 a livello nazionale; e di ulteriori risorse che giungeranno attraverso il Recovery fund.

Le sfide nell’atto di indirizzo

Quali sfide e quali mission nell’atto di indirizzo politico a firma Lucia Azzolina? Ecco tutti i punti:

  • contrastare la dispersione scolastica, promuovere l’inclusione e l’equità complessiva del sistema educativo nazionale
  • definire una relazione virtuosa tra edilizia scolastica e benessere collettivo
  • innovare metodologie didattiche e ambienti di apprendimento
  • migliorare l’offerta formativa, ridurre il gap formativo tra mondo della scuola e mondo del lavoro e valorizzare il rapporto con l’università e la ricerca
  • incentivare i processi di reclutamento, formazione e valorizzazione del personale scolastico
  • promuovere l’autonomia scolastica e potenziare il sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita ai sei anni
  • valorizzare e sviluppare il sistema nazionale di valutazione
  • ampliare il percorso di internazionalizzazione del sistema nazionale di istruzione e formazione e promuovere la mobilità degli studenti
  • promuovere politiche efficaci per il reclutamento, la formazione e la valorizzazione del personale dell’amministrazione centrale e periferica
  • innovare i processi gestionali: semplificare e digitalizzare per garantire efficacia, efficienza, economicità, legalità e trasparenza dell’azione amministrativa.

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