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Granato (M5S): “Ripristino tempo pieno e compresenza, fondi Invalsi e paritarie alla scuola pubblica” [INTERVISTA]

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Bianca Laura Granato, 47 anni, è docente di Materie letterarie e latino presso il Liceo Scientifico “Siciliani” di Catanzaro, già candidata a Sindaco di Catanzaro nel 2017, è neoeletta in Senato quale portavoce per il Movimento 5 Stelle.

Laurea in Lettere Classiche presso l’Università di Firenze conseguita con 110 lode/110, 5 Master di Secondo livello, membro dell’Associazione per la Scuola della Repubblica e di diversi comitati, attiva nel contrasto alla legge 107/2015 detta “Buona Scuola” all’interno della rete dei Partigiani della Scuola Pubblica, a cui ha contribuito con varie iniziative (petizioni popolari, raccolta firme per il referendum, denunce contro abusi ai danni di docenti e studenti a mezzo stampa e per vie giudiziarie) si è adoperata sul suo territorio contro le trivellazioni e sul fronte del No al referendum Costituzionale proposto da Renzi, Boschi e Verdini.

La notizia della Sua indicazione in un possibile governo del M5S ha generato molto consenso fra le fila degli insegnanti. E’ stato indicato però un altro nome di un dirigente scolastico (Salvatore Giuliano). Che ne pensa?

Penso che Giuliano, avendo dimostrato sul campo di essere un problem solver di non comune capacità ed essendo un innovatore in campo tecnologico, potrebbe esserci utile per attuare al meglio il nostro programma sulla Scuola che, ricordiamo, oltre alla pratica del Book in progress, prevede il superamento in senso democratico dell’impianto della legge 107/2015 (abolizione della chiamata diretta, dell’alternanza scuola-lavoro, del bonus del merito, dei finanziamenti pubblici alla scuola privata, etc.). D’altronde le nostre regole sono chiare e ineludibili: i programmi scritti dal basso non si tradiscono. Per quanto riguarda la stima che ho raccolto da parte dei colleghi che avrebbero voluto me al posto di Giuliano, ne sono rimasta piacevolmente colpita, ma io faccio parte di un progetto e mi adopererò nel ruolo e attraverso le funzioni che mi si vorranno assegnare, alla realizzazione di quel progetto. La più grande soddisfazione sarà per me quella di vederlo attuato.

Quali sono a suo giudizio le priorità che ha la scuola italiana dall’infanzia alle scuole superiori?

Ritengo che le priorità della scuola italiana siano l’inclusione, la lotta alla dispersione scolastica e, non ultima, la qualità della formazione che oggi è irrimediabilmente scaduta. A questo noi porremo rimedio ripristinando le compresenze e il tempo pieno e riducendo il numero di alunni per classe a 22/20 unità, nonché eliminando l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro, che nell’80% dei casi sottrae l’equivalente del monte ore di un anno allo studio degli studenti per attività di scarsa ricaduta formativa o non inerenti al percorso di studi intrapreso.

Non è mai stata tenera nei confronti della Buona Scuola e ha sempre dichiarato di essere pronta a smantellarla, quali dovrebbero essere i primi provvedimenti?

Immediatamente eliminerei l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro, visto che non inciderà se non in positivo anche sul DEF di imminente varo, ridurrei il numero degli alunni nelle prime classi, ripristinando compresenze e tempo pieno e utilizzerei i finanziamenti sottratti alle scuole paritarie e all’INVALSI ridistribuendo le risorse destinate al comparto in modo da innalzare la qualità della scuola statale pubblica, se necessario attingendo ad altri capitoli di spesa, che abbiamo già individuato quali coperture economiche per il nostro programma. Per quanto concerne la chiamata diretta e il bonus di merito, pur permanendo nell’impianto normativo, sono già stati disattivati rispettivamente dalla prassi adottata dalla maggior parte dei dirigenti scolastici e dalla nuova proposta contrattuale per il comparto scuola, quindi potremmo considerarli già un problema superato di cui dobbiamo solo realizzare la ratifica normativa. In realtà si può facilmente fare retromarcia da subito rispetto all’intero impianto della “Buona Scuola”, perché in buona parte non realizzato se non attraverso forzature che hanno solo impoverito l’offerta formativa degli studenti.

Anche l’Università fa parte del sistema scolastico e su questo tema sarebbe interessante – visto che non se ne parla molto – sapere come intende il M5S promuovere la ricerca negli atenei, considerando che abbiamo ricercatori molto stimati in campo internazionale ma siamo un paese che non “brevetta” molto?

Abbiamo intenzione di investire almeno altri 10 mld all’anno nella ricerca. Un Paese che non investe in ricerca purtroppo non ha la possibilità di evolversi offrendo nuove prospettive occupazionali ai cittadini specialmente nei settori strategici che oltre a servire all’economia, sono indispensabili al miglioramento della qualità della vita e questo è alla base delle nostre politiche economiche, sociali e del lavoro.

Cosa ne pensa dei percorsi di studio quadriennali (il diploma in quattro anni per essere più diretti) che i Ministri precedenti hanno messo in agenda e per i quali è stata avviata una fase di sperimentazione quest’anno?

Sono contraria. Purtroppo è l’ennesimo taglio alla qualità della formazione pubblica e alla consapevolezza civica realizzato sulle spalle dei nostri ragazzi. Vivendo costantemente la scuola, ho sofferto molto nel vedere questo progressivo impoverimento della didattica attraverso la riduzione dei curricoli scolastici operata dalla Gelmini, che ha disattivato il potenziale formativo di discipline quali Geografia, Cittadinanza, Arte, Storia, Latino, Italiano, Matematica e chi più ne ha, più ne metta. I nostri ragazzi, diversi dei quali BES, avrebbero casomai bisogno di consolidare di più gli apprendimenti attraverso una didattica realizzata in tempi più distesi e di rendersi gradualmente autonomi, ciascuno secondo le proprie modalità di apprendimento, guidati ad un impegno individuale costante e consapevole. Concentrare eccessivamente le pratiche didattiche rischia di produrre una formazione aleatoria e inconsistente, i cui costi sociali si sconteranno dopo, quando la necessità di una formazione continua per una riconversione professionale dei nostri ragazzi ne svelerà immancabilmente le pecche. Inutile e controproducente la pratica di non bocciare per mascherare l’evidenza: una scuola cheap non può diventare di qualità solo grazie all’ausilio della tecnologia, di pratiche come l’INVALSI e della prescrizione di non bocciare. Gli insegnanti di tutti i gradi d’istruzione lasciati soli a fronteggiare i tagli al monte ore, con 30 alunni per classe, di cui almeno un 10% BES, con restrizioni sempre più forti per l’attribuzione delle ore di sostegno in caso di disabilità, non possono fare miracoli anche se i miracoli si prescrivono per legge. La legge deve intervenire sui problemi reali per risolverli, non per indurre gli operatori a nasconderli o eluderli con la carota e il bastone, come avviene da venti anni a questa parte. Solo attuando autentiche buone pratiche didattiche, in tempi distesi, con un numero contenuto di alunni per classe qualunque ragazzo potrà affrontare il tipo di scuola che preferisce traendone effettivo profitto, senza scontrarsi contro un muro di difficoltà insormontabili, solo così nessuno resterà veramente indietro e potrà giocarsi la sua carta per il futuro.

Il Ministro Profumo, avviò il processo d’innovazione tecnologica nel mondo della scuola, si pensi che all’epoca entrò a regime il plico telematico per le tracce di maturità e le iscrizione on-line. Il Ministro proposto da Di Maio è stato l’inventore del Book in Progress, quali potrebbero essere altri settori su cui sfruttare la potenza di internet per la scuola?

Ritengo che internet sia una grande risorsa, ma non sufficiente per realizzare apprendimenti solidi ed efficaci. Rimane un valido strumento, ma come tale deve essere saputo utilizzare per potenziare gli apprendimenti, per facilitare i processi, ma non può ridurre i tempi di maturazione delle conoscenze e competenze che variano da alunno ad alunno e soprattutto che necessitano di una insostituibile applicazione personale. Abbiamo il registro elettronico e ci avvaliamo delle Open Sources cui attingere per diffondere il materiale didattico, numerose App che possono oggi agevolare le pratiche didattiche suscitando curiosità negli studenti, numerosi software, ma poi i saperi via, via acquisiti vanno necessariamente consolidati grazie alla guida del docente attraverso un impegno personale ed uno studio consapevole da realizzarsi in modo autonomo anche con metodi tradizionali.

Come M5S avete pensato ad un processo di riforme che riorganizzi l’amministrazione centrale del MIUR introducendo ad esempio nuove figure dirigenziali, rivedendo il rapporto fra uffici periferici e sistema centrale, etc.

Per il momento abbiamo solo ripensato l’organizzazione scolastica, attraverso un aumento di dirigenti scolastici con conseguente riduzione delle reggenze e una nuova definizione delle responsabilità degli stessi che verrebbero ridotte attraverso la devoluzione dei processi decisionali ad un gruppo di docenti eletti in sede di collegio. Penseremo ad un riordino coerente della materia legislativa scolastica eliminando le contraddizioni sollevate dalla “Buona Scuola”, ad una semplificazione delle procedure amministrative e quindi ad una revisione del Testo Unico e ad un adeguamento stipendiale di tutto il personale scolastico alla media europea.