Home Concorsi I concorsi a dirigente scolastico hanno sempre avuto vulnus utili ai ricorsi

I concorsi a dirigente scolastico hanno sempre avuto vulnus utili ai ricorsi

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Non è una faccenda che riguarda quest’ultimo stralcio di decennio. Il primo grande terremoto attorno al concorso a dirigente scolastico si verificò col bando del 2004. Già subito dopo l’uscita della graduatoria, molti esclusi alla preselezione, basata su soli titoli, rivolgendosi al Tar, ottennero la sospensiva, partecipando così alla prova scritta a scorno di chi invece accettò le regole stabilite dal bando.  

E fu la prima grande ingiustizia: gente senza i titoli accademici richiesti, senza l’anzianità richiesta e perfino senza ruolo, ottennero il loro spazio e poi, alcuni di loro, anche la cattedra di dirigente dopo due prove non ritenute corrette perfino dal tribunale: scritto e orale.

Infatti, appena concluse le altre graduatorie delle prove scritte, vennero fuori evidenti segni di illegittimità formale e sostanziale. Le scorrettezze delle procedure (due soli commissari adibiti alla correzione di compiti di 8/15 facciate letti e giudicati in media in due minuti e alcuni, quelli di certi ammessi, con errori di grammatica e sintassi) erano state denunciate perfino da Raitre, nella rubrica allora guidata da Marrazzo. 

Inoltre, su ricorso di alcuni candidarti esclusi, il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia, dando loro ragione, sentenziò con chiarezza esplicita per l’annullamento, “erga omnes”,  di tutto il concorso. Tuttavia, essendo stati già assunti circa 200 nuovi dirigenti dalle graduatorie di quell’esame, dal sindacato al governo si cominciò a pensare di non dare seguito a quella sentenza che imponeva l’annullamento di tutta la procedura e dunque una nuova prova per tutti. Ma alla fine, con una legge dello Stato (Siragusa-Vicari) fu sanata la posizione di 426 presidi vincitori di quel concorso e grazie pure alla chiara presa di posizione di alcuni deputati, mentre la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa della Siciliano veniva aggirata, cosicchè ottennero il posto di dirigente persone che (e i documenti sono agli atti, compresa quella inchiesta di Rai3) avevano scritto compiti coi piedi e altri in possesso del solo semplice diploma di secondaria superiore.

Un pezzo di storia dei concorsi ormai dimenticata, ma che serve per dire due cose: l’inutilità dei concorsi per selezionare i più bravi e il loro essere fonte di guadagno importante per gli studi legali che, sfruttando qualsiasi spiraglio formale nel bando, propongono ricorsi collettivi che complessivamente alla fine qualche risultato l’ottengono. Come sta avvenendo con questi ultimi concorsi a dirigente.

I cui bandi però, e occorre dirlo, hanno sempre fra le loro pieghe varchi inspiegabili per inficiare le procedure, per cui sembra legittimo pensare che gli errori possano essere scappati anche con una certa dose o di poca attenzione o di presunto altro ammiccamento.  

Sono solo ipotesi “malevoli” certamente, ma non può essere che tutti i concorsi a dirigente scolastico, per un motivo o per un altro, vengano impugnati e per lo più con ragione da parte dei ricorrenti. Qualche, o più di qualche, falla deve sonnecchiare fra le righe dei bandi o delle prove.