I docenti hanno un nuovo “amico” di cui fidarsi: si chiama intelligenza artificiale. I consigli di buon uso del prof Maragliano

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“So bene che non è che una macchina, ma so anche che ha più conoscenza di quanta ne ho io e quindi sto al gioco: vediamo un po’ che cosa mi dice, vediamo se la posso anche mettere in difficoltà. Cioè, mi comporto come faccio con un amico, sapendo che è un amico di cui mi posso fidare, ma non sino in fondo, perché non è me stesso: è un altro”. A dirlo alla Tecnica della Scuola, spiegando l’utilità dell’intelligenza artificiale per gli insegnanti, è stato il professore Roberto Maragliano, docente di pedagogia in pensione.

“Si sta affermando – ha detto il professore – un nuovo modo di essere della scuola, non più luogo esclusivamente dedito alla trasmissione ma luogo dell’incontro di pluralità diverse”: per farle incontrare, ha continuato, “ci vuole la pazienza dell’intellettuale veramente sensibile al mondo che si trasforma”.

“Ma non la si può fronteggiare armando la scuola contro il mondo e pensando che bisogna andare contro le nuove tecnologie, chiudersi e combattere questo mondo cattivo. Questo mondo cattivo è dentro di noi e quindi siamo noi adulti che dobbiamo cambiare atteggiamento”, ha concluso Maragliano.