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Il bimbetto dove lo metto? Il Piano Estate a scuola è per pochi, famiglie a caccia dei centri estivi: dalle fattorie didattiche alle agricolonie

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Quanti sono i giovani che stanno partecipando o parteciperanno al Piano Estate 2022? Meno di quelli che le scuole avevano pensato di ospitare. Come abbiamo già scritto, il progetto avrebbe raccolto pochissime adesioni dagli insegnanti di ruolo: la maggior parte di chi ha dato disponibilità, anche secondo il FattoQuotidiano.it, sarebbero docenti precari. E non di rado le scuole sono costretta a rivolgersi a privati, soprattutto cooperative.

Finanziamenti inadeguati

Poi c’è un problema di fondi: sono 57 mila i progetti che vedranno la luce quest’estate, distribuiti in 3.119 scuole. Solo che altri 1.881 istituti avevano dato disponibilità a svolgere le attività estive e quindi non riceveranno finanziamenti: i soldi messi sul “piatto” dal dicastero di Viale Trastevere, compresi quelli europei, non arrivano a 50 milioni, come ha detto anche il ministro Patrizio Bianchi.

Purtroppo, si tratta di un copione già visto: l’anno scorso, su 5.888 istituti che hanno fatto richiesta per avere i finanziamenti del bando Pon (320 milioni di risorse europee), 1.941 non hanno percepito nulla.

Fondi arrivati fuori tempo massimo

C’è poi un limite temporale. Lo ha spiegato all’Eco di Bergamo Stefania Maestrini, preside del liceo Filippo Lussana dello stesso capoluogo lombardo.

“Quest’anno – ha detto la ds – per poter accedere ai fondi bisognava partecipare ai bandi Pon. A differenza però dell’anno scorso, in cui da un lato dei fondi sono arrivati automaticamente alle scuole grazie al Decreto sostegni e i bandi Pon pubblicati ad aprile, quest’anno i bandi sono stati resi noti a metà giugno“, quindi due mesi dopo e a scuola finita. “Troppo tardi per presentare i progetti estivi con cui partecipare”, ha concluso la preside.

I sindacati: non è scuola

Anche i sindacati non nascondono le loro perplessità, pure nei casi in cui si è riusciti ad allestire i corsi estivi.  Pino Turi, segretario della Uil Scuola, taglia corto: “Parliamoci chiaro: quella che si fa non è scuola ma assistenza. Stiamo trasferendo risorse dal pubblico al privato con un surplus di lavoro delle segreterie”.

Secondo Manuela Calza – della Flc Cgil – siamo fermi alla “buone intenzioni e tanta retorica sulla carta ma pochi interventi concreti”.

Il ministro va all’Enaudi di Roma

Dal ministero non sembrano però preoccuparsi. E guardano a chi è riuscito a ricevere i finanziamenti.

Lunedì 11 luglio il ministro dell’Istruzione incontrerà gli studenti e i docenti dell’Istituto di Istruzione Superiore ”Luigi Einaudi” di Roma coinvolti proprio in attività e iniziative che rientrano nell’ambito del Piano Estate 2022: laboratori innovativi e officine creative, percorsi di realtà virtuale in spazi dedicati alle discipline Stem. L’incontro si svolgerà a partire dalle ore 11 in via di Santa Maria alle Fornaci.

Le famiglie ricorrono ad altro

Nel frattempo, per molte famiglie con figli sotto gli 11-12 anni, rimane il problema di dove collocarli: l’inflazione galoppante, con gli stipendi fermi, infatti, non permette di svolgere vacanze estive oltre le due settimane. E lavorando spesso entrambi i genitori, per il resto dell’estate è necessario trovare un’alternativa alla casa.

Detto che c’è anche ci deve rinunciare perché non può permettersi le rette a causa della crisi (13%) e chi invece vorrebbe ma lamenta una scarsa disponibilità di strutture e posti liberi (8%), quella del centro estivo al mare resta la soluzione più gettonata dalle famiglie (ma non sempre fattibile per via dei costi non indifferenti): secondo Coldiretti, al secondo posto salgono le agricolonie, i centri estivi in campagna, che battono montagna e città.

L’offerta è varia

Si tratta di una realtà che proprio la pandemia ha fatto esplodere, per il desiderio di socialità insieme al bisogno di libertà e sicurezza degli italiani che vanno alla ricerca di spazi aperti e contatto con la natura.

Nelle circa tremila fattorie didattiche presenti sul territorio nazionale, spiega la Coldiretti, si impara ‘facendo’, attraverso attività pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere, trasformare, manipolare e creare.

Le attività proposte sono diverse e varie: si va dal laboratorio del bio pittore per dipingere con i colori estratti da foglie, fiori e ortaggi a quello dei baby chef dove imparare a cucinare risparmiando fino a quello dei più esperti dove allenare i sensi dell’olfatto, del gusto, del tatto e della vista ed imparare a riconoscere le piante aromatiche o assaporare i diversi tipi di miele.

Le proposte in campagna

Le fattorie didattiche di Coldiretti, in collaborazione con gli enti locali e le altre autorità territoriali coinvolte, possono inoltre rappresentare un valido supporto alle politiche di sostegno dei bambini e delle loro famiglie, dando spazi alla didattica innovativa in campagna, con l’offerta di attività anche per i disabili.

Un’opportunità preziosa, ricorda Coldiretti, per integrare i servizi educativi per l’infanzia in una situazione che vede oggi in Italia escluse 3 famiglie su 4 da questo tipo di offerta.

Nelle agricolonie, infine, prosegue il lavoro portato avanti durante la scuola con il progetto Educazione alla Campagna Amica di Donne Impresa Coldiretti che ha coinvolto negli ultimi venti anni circa 10 milioni di bambini, in media mezzo milione all’anno, di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria e il 30% studenti della secondaria.

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