Home I lettori ci scrivono Il corpo e lo schianto

Il corpo e lo schianto

CONDIVIDI

Se un ministro della Repubblica dichiara, a proposito delle 100 proposte di Confindustria sulla riforma del sistema educativo, che “ vi siano parole chiave che sono anche la linea guida del rapporto “La buona scuola” presentato dal governo”; e se queste dichiarazioni non destano più nessun stupore, vuol dire che è confermato, a chiare lettere e senza ipocrisie, l’impianto ideologico, fortemente ideologico, che struttura il piano Renzi/Giannini.

E’la stessa ideologia che sta affossando il Paese; ideologia fabbricata giorno per giorno dai proclami, ormai consunti, della classe politica più inerte e più demagogica d’Europa e dai “media embledded”, in omaggio e vassallaggio ai dettami dei vincoli di bilancio e del libero mercato.

Si noti che i bilanci degli Stati (ex) sovrani sono vincolati, cioè sottoposti ad un controllo feroce e spietato; mentre i “mercati”, cioè le banche internazionali più influenti del mondo, sono liberi di nascondere, nei l oro bilanci, ogni sorta di porcheria contabile, altamente “infiammabile” e “volatile”, (quindi criminalmente ricattatoria), e liberi di imporre un neo feudalesimo 2.0 che devasta esistenze, lavoro, diritti e principi costituzionali. Perché è questo il punto: che i ministri giurano sulla Costituzione. Siamo prossimi alla svolta: allo svuotamento, non solo più formale, ma sostanziale dei principi costituzionali.

E’un mondo alla rovescia: si “frusta” il parlamento affinché siano approvate misure che facilitino i licenziamenti; si “riformano” il Senato e la Costituzione per strappare agli EE.LL. la competenze sui beni comuni come l’acqua, per decidere, senza consultazione, di privatizzare gli stessi; si “riforma” la scuola, a costo zero, con la consueta auto emotrasfusione di chi vi opera, e la si colloca in uno spazio vuoto, ma pericolosamente proteso verso un’aziendalizzazione che solo 10 anni fa suonava come una bestemmia. Ma, fra le nebbie, si intravedono due elementi di “conforto”. Il primo: se il Governo si ispira a Confindustria, stiamo tranquilli.

Infatti, quest’ultima, storicamente, ha sempre socializzato le perdite e privatizzato i profitti. (cfr. Fiat in FCA, per fare un solo esempio;) Il secondo: in attesa dello “schianto” prossimo venturo, il corpo docente reagisce come ha sempre reagito: giace.