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Il Ministro annuncia 80mila assunzioni, ma i confederali minacciano sciopero per il contratto.

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Fioroni “promette” di assumere 70mila docenti già a partire da settembre, il Ministro della Funzione Pubblica Nicolais dichiara di essere d’accordo, ma i sindacati ricordano a Fioroni che ci sono anche gli ATA da sistemare.
E così qualche ora dopo il Ministro della Pubblica Istruzione fa sapere di aver attivato la procedura per immettere in ruolo 10mila fra collaboratori scolastici, assistenti tecnici ed amministrativi.
La reazione dei sindacati confederali è tiepida.
Enrico Panini (Cgil-Flc) è molto chiaro: “Il numero delle nomine programmate è comunque insufficiente e risponde solo in parte alle esigenze di stabilità dei lavoratori precari e a quelle della funzionalità della scuola. Resta ferma la nostra richiesta, che rinnoviamo al Ministro della Pubblica Istruzione della modifica del piano triennale per la copertura di tutti i posti vacanti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è il giudizio di Cisl-Scuola: “Tali assunzioni di personale ATA rappresentano una prima, anche se parziale, risposta nei confronti di professionalità, che hanno raggiunto tassi di precarietà vicini al 30%, con notevoli disagi nel funzionamento delle istituzioni scolastiche”.
Il segretario nazionale Francesco Scrima sottolinea che la priorità riguarda il rinnovo del contratto, scaduto ormai da 14 mesi.
Insoddisfatta anche la Uil-Scuola secondo cui l’operazione annunciata non consente comunque di far fronte agli 80 mila posti vacanti.
L’annuncio di Fioroni lascia del tutto indifferenti i sindacati di base e in particolare la CUB Scuola che ha già deciso di aderire allo sciopero nazionale della propria confederazione indetto per il prossimo 30 marzo.
Contratto, organici e precariato sono appunto i tre obiettivi sui quali la CUB intende promuovere una serie di iniziative nelle scuole di qui a fine marzo, con lo scopo di ottenere una significativa adesione allo sciopero.
L’insoddisfazione dei sindacati confederali è comunque generale: proprio nelle ultime ore hanno proclamato lo stato di agitazione dell’intero pubblico impiego che potrebbe scendere in sciopero il prossimo mese di marzo se il Governo non darà attuazione a quanto previsto dal protocollo di intesa sottoscritto a gennaio.