Home Archivio storico 1998-2013 Ordinamento Il Miur bacchetta ma i presidi lo sgridano

Il Miur bacchetta ma i presidi lo sgridano

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Le segnalazioni di irregolarità ed abusi nella richiesta di contributi, come denunciato dal Miur, “sono divenute ancora più pressanti in coincidenza con il periodo delle iscrizioni”. Ma non solo, sempre la nota del Miur cita l’articolo 34 della Costituzione (obbligatorietà e gratuità dell’istruzione) e ricorda che, essendo esteso l’obbligo ai primi tre anni di superiori, la frequenza “non può che essere gratuita”, mentre per la quarta e la quinta sono dovute solo le “tasse scolastiche erariali” e “iscrizione e frequenza rappresentano livelli essenziali di prestazioni”.
Bacchettata alla cieca questa del ministero nei confronti dei presidi che però, come era prevedibile, reagiscono, così come un articolo della Stampa di Torino mette in evidenza: “Citazione infelice, quella dell’art. 34”, risponde il dirigente di un liceo torinese. “La Costituzione la conosciamo bene e sappiamo anche che per garantire la scuola a tutti servono risorse, non citazioni”. 
“Una trovata antipatica”, osserva un altro dirigente. “Da una parte ci tolgono i fondi e dall’altra cercano di pubblicizzare che noi, colpevoli, chiediamo il contributo. Può darsi che da qualche parte si tenga un atteggiamento minaccioso, ma nelle scuole senza contributo saremmo condannati alla staticità. Non dico di cambiare attrezzature come i computer, che dopo dieci anni andrebbero pure rinnovati, ma parlo di carta, reagenti, chimici provette per i laboratori”. E ancora: “Così facendo, il rischio è che le famiglie che faticano, continuino a fare ogni sforzo per pagare, mentre quelle che comprano ai figli l’ultimo modello di cellulare non paghino più”.
“Al liceo artistico, che come gli istituti tecnici e professionali, ha esigenze di laboratorio molto concrete, pensiamo all’area per preparare la creta per il modellato , vige tuttora un regio decreto che autorizza la richiesta di contributo”, dice la preside di un liceo artistico sempre nel torinese, che aggiunge pure: “La scorsa settimana il nostro consiglio d’istituto ha discusso proprio del contributo e, tenendo conto del momento, ha deciso di non aumentarlo. Certo, è necessaria assoluta trasparenza nell’utilizzo delle risorse, ma negli istituti torinesi è la norma”.
“Quel che dice il ministero è ineccepibile, ma è inevitabile ragionare sul fatto che la scuola del tutto gratuito rischia di andare verso la scuola di classe con i poveri sempre più nelle scuole più povere e gli altri dove c’è un’attività potenziata e ricca. Poi, il contributo consente anche la parziale esenzione o la rateizzazione per casi effettivi di bisogno sociale. È indispensabile però una rendicontazione sociale al centesimo. Una decina di scuole in Piemonte sono già impegnate con un progetto di bilancio sociale”, è il commento di un altro preside che sottolinea pure le esigenze, condivise da tutti i colleghi, legate all’innovazione tecnologica: “In un istituto tecnico, per esempio, avere tre stampanti 3D è molto importante: costano 45 mila euro, più di quanto un Itis medio riceva in un anno”.