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Il monito di Confindustria: si torni ad investire sull’istruzione!

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Tornare ad investire sull’istruzione, altrimenti il futuro del Paese potrebbe essere a rischio. È una frase che abbiamo sentito tante volte, soprattutto negli ultimi tempi. Solo che a pronunciarla stavolta è stato uno dei massimi rappresentanti degli industriali italiani: il vicepresidente per l’education di Confindustria, Ivan Lo Bello. Durante l’East Forum, organizzato da Unicredit, Lo Bello. E se lo dicono pure gli industriali bisogna veramente pensare che l’esigenza è ormai a trecentosessanta gradi.
L’esponente di Confindustria ha detto, in sintesi, che è indispensabile che il Governo predisponga al più presto degli interventi reali. In caso contrario, "se non investiamo massicciamente in istruzione, ricerca e innovazione – ha sottolineato Lo Bello – il futuro del Paese è a rischio".
Il rappresentante di Confindustria ha poi articolato il suo pensiero, aggiungendo che gli investimenti dovrebbero essere finalizzati a migliorare almeno tre punti: sviluppare le nuove tecnologie, ampliare la formazione permanente e puntare sulle competenze tecniche. Senza questo approccio, le stesse aziende avrebbero non poche difficoltà a sollevarsi dalla crisi.
"L’innovazione tecnologica – ha spiegato Lo Bello – rende necessario un continuo aggiornamento delle competenze, che altrimenti diventano obsolete. Questo vale per i giovani, ma soprattutto per i lavoratori adulti e, per questo, è essenziale che ci sia una politica reale sulla formazione continua, oggi assente".
Fondamentale, ha aggiunto l’industriale vice-responsabile del settore education, è il rilancio degli istituti tecnici e professionali. "Nel nostro paese – ha continuato il vicepresidente di Confindustria – oltre ad aver svilito socialmente e culturalmente l’istruzione tecnica professionale, dandone un’immagine deleteria, ne abbiamo distrutto la qualità. La formazione professionale è elemento determinante per fornire alle imprese e al mercato le competenze necessarie. Inoltre, il rapporto scuola-impresa è preda di dispute ideologiche".
"Tutti questi temi, legati alla formazione – ha concluso Lo Bello- sono soggetti di politica industriale, dove il tema della qualità della formazione assume una rilevanza fondamentale per sostenere la crescita del Paese".
Un concetto su cui è difficile non essere d’accordo. Solo che in un periodo di recessione generale come quello che stiamo vivendo, difficilmente il Governo intenderà dargli seguito. Un investimento di questa portata, infatti, non sembrerebbe essere compatibile con politiche tutte incentrate sulla spending review.