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Il sindaco di Bologna, Merola, contrario all’abolizione dei fondi alle paritarie

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“Chi vuole abolire i fondi alle scuole private è un estremista conservatore”. Virginio Merola, sindaco di Bologna del Partito democratico, rilasciando una intervista al Corriere della Sera dichiara ancora: “A questo punto, del referendum sulla scuola ne facciamo anche noi un caso nazionale” e per il primo cittadino “anche da qui deve partire la riscossa civile e politica del Pd, gli estremisti conservatori vanno battuti, sconfitti, per affermare un’idea moderna della sinistra e della scuola che è scritta nero su bianco nella carta dei valori fondanti del partito”.
“Il sistema pubblico integrato della scuola – dice Merola -, che vede insieme Comune, Stato e scuole paritarie, è attivo da 18 anni e dal 2000 è stato riconosciuto da una legge nazionale. La verità è che siamo stati oggetto di una strumentalizzazione di parte che ha aperto una dinamica nazionale, anche legata alla formazione del governo con il Pdl. Un fronte estremista conservatore composto da gente che non è riuscita ad entrare in Parlamento e che ora fa questa battaglia sulla pelle della città. Ho sentito gente che fa le superiori dire che il Comune vuole privatizzare le scuole”.
Bisogna capire, aggiunge ancora il sindaco “che le scuole materne paritarie sono dentro il sistema pubblico. Se è per questo noi diamo soldi anche alle materne statali visto che lo Stato fa molto meno di quello che dovrebbe fare. Ma il punto è un altro: noi non eroghiamo fondi alle scuole paritarie solo perché siamo costretti dalla difficile situazione economica, lo facciamo perché è giusto farlo”.
Merola spiega che, anche dopo l’intervento del cardinale Angelo Bagnasco, è deciso a fare diventare quel che accade nel comune “un caso nazionale. Certo, prima di tutto c’è Bologna, ci sono i bambini che non sono né di sinistra né di destra, ma certo questa è un’occasione per chiarire da che parte sta il Pd, dalla parte di una sinistra moderna per la quale pubblico non equivale a dipendente comunale”.
Anche perché “questa idea del sistema integrato della scuola sta nei valori fondanti del Pd”. 

La risposta del Comitato Articolo 33.