Home Politica scolastica L’appello di Imposimato a Mattarella: #riformabuonascuola preoccupa e indigna, la fermi

L’appello di Imposimato a Mattarella: #riformabuonascuola preoccupa e indigna, la fermi

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Sono rimbalzate sul web, raccogliendo consensi straordinari, le parole pronunciate contro il ddl ‘La Buona Scuola’ da Ferdinando Imposimato, presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, nel corso di un convegno svolto il 24 aprile per iniziativa dell’Adida. “La riforma del Governo va contro l’interesse del paese a una vita scolastica più adeguata alla realtà dei tempi, più vicina ai cittadini, più in grado di preparare i giovani ad affrontare i problemi di una società in profonda crisi a causa delle diseguaglianze tra una piccola classe di privilegiati, che godono di retribuzioni enormi, e una grande massa di cittadini, tra cui i docenti, che vivono in uno stato di bisogno”, ha detto senza giri di parole Imposimato, che solo poche settimane fa aveva già parlato di rischi di incostituzionalità contenuti nel testo di riforma approvato dal Governo a metà marzo.

Un concetto che il presidente è tornato a ribadire: “questa riforma – ha detto sempre il 24 aprile – viola principi fondamentali della Costituzione, anzitutto l’articolo 3, secondo cui ècompito della Repubblica rimuovere gli ostacolidi ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la effettiva partecipazione di tutti i lavoratori, tra cui gli insegnanti, alla organizzazione politica, economica e sociale dello Stato. E l’articolo 36, secondo cui i docenti hannodiritto a una retribuzione adeguata alla qualità e quantità del lavoro svolto e tale da garantire una vita libera e dignitosa. Ma anche l’articolo 4 secondo cui lo Stato deve rendere effettivo il diritto al lavoro, e l’articolo 33 sulla libertà di insegnamento”. Perché “la riforma minaccia la libertà degli insegnanti (art. 33), che saranno costretti ad abbracciare una fede politica, una dottrina filosofica, una ideologia, una scelta educativa e non verità, che viene dall’alto, mentre essi hanno diritto di dare e ricevere criticamente diverse opinioni politiche, diverse filosofie, diverse ideologi”.

Ma Imposimato parla anche di ingiustizia morale: “preoccupa e indigna – ha sottolineato – l’attacco del Governo agli insegnanti. Il presidente Matteo Renzi, dopo avere promesso il 12 marzo 2015, l’assunzione di 150.000 precari, presenta un disegno di legge che lascia ai docenti di ruolo lo stipendio immorale di 1.800 euro al mesedopo 30 anni, e minaccia dilicenziare circa 100.000 precari, retribuiti con stipendi indecorosi. Non percependo la diseguaglianza dovuta agli enormi e ingiusti stipendi attribuiti a caste privilegiate, tra cui i dirigenti di enti pubblici, spesso coinvolte in gravi episodi di corruzione, degli enormi sprechi nelle grandi opere spesso inutili (…). E ignorando che la scuola è (Calamandrei) un organo costituzionalecome Parlamento, Governo e magistratura anzi ancora più importante, poiché l’insegnante ha un compito ancora più difficile, istruire e formare i giovani. La scuola è “organo centrale della democrazia” “da essa parte il sangue che rinnova giornalmente tutti gli altri organi, giorno per giorno”.

 

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Poi Imposimato cita anche Aristotele, che “esaltava la scuola pubblica 450 anni prima di Cristo dicendo che il legislatore deve preoccuparsi soprattutto dell’educazione dei giovani; ed è questo, che trascurato in uno Stato, rovina la democrazia’”.

Ci fermiamo qui (per leggere il discorso completo di Imposimato, riproposto da And, cliccare qui). Prima, però, non possiamo non citare le conclusioni del presidente emerito: “dopo l’asservimento a una oligarchia dominante del sistema mediatico TV e della carta stampata, che con adulazione esalta il Presidente del Consiglio non lasciando spazio alla critica, dopo il nuovo conformismo di molti intellettuali alla ricerca di protettori, il solo comparto da soggiogare resta la scuola pubblica. E questo il Governo sta facendo”.

Imposimatom quindi, rivolge “un appello al Presidente della Repubblica, garante supremo della Costituzione, affinché, in ossequio all’articolo 54 della Costituzione – per il quale i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche come Governo e Parlamento debbano osservare la Costituzione con disciplina e onore – intervenga fin da ora per richiamare il Governo sulle palesi illegittimità costituzionali presenti nella riforma sulla scuola pubblica in discussione davanti alle Camere”.

Sono tantissimi i consensi che ha ricevuto in poco più di un giorno, l’intervento di Imposimato. Riportiamo quello di Francesco Greco, presidente dell’Associazione Nazionale Docenti, che di recente ha chiesto al Governo di ritirare il ddl di riforma: “Ritengo che mai parole più chiare – ha detto – sono state pronunciate riguardo al progetto di legge Renzi-Giannini sulla scuola. Il suo discorso sarà il manifesto della nostra battaglia per chiedere al Governo e al Parlamento di mettere una pietra tombale su una proposta scellerata che umilia e offende oltre ogni misura i docenti italiani”.

 

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Ferdinando Imposimato – Salvare la scuola 24-4-2015

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