Home Attualità In aumento la violenza sui minori documentata attraverso i ricoveri ospedalieri

In aumento la violenza sui minori documentata attraverso i ricoveri ospedalieri

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Secondo i dati contenuti nel report La violenza contro i minori: accessi al pronto soccorso e ricoveri ospedalieri elaborato dall’Istat per fornire un contributo al progetto internazionale Dora (Data integratiOn for acknowledging Risks And protecting children from violence), finanziato dall’Unione europea e coordinato dall’Università di Bologna, crescono i ricoveri ospedalieri di minori vittime di violenza e che riguarderebbero  soprattutto i maschi rispetto alle femmine a differenza di quanto accade invece per gli accessi al pronto soccorso dove si registrano più bambine e ragazze.

L’indagine, riporta Vita.it, prende in esame il periodo 2017-2023 relativamente a quattro ambiti: la violenza fisica, psicologica, sessuale e trascuratezza subita dai minori fra 0 e 17 anni.

Nel 2023 i ricoveri ospedalieri di minori che riportano la diagnosi di violenza sono stati 838, il 2,4% in più rispetto agli 818 casi del 2017. Il valore più basso pari a 552 si è registrato nel 2020, anno della pandemia da Covid-19, poi aumentato nel 2021 a 749 e nel 2022 a 698. Si tratta del 16,1% del totale dei ricoveri per violenza (5.220), un valore in aumento rispetto al 2017 (13,6%) e soprattutto rispetto al 2020 (12,9%). 

Una crescita evidente, sottolinea Vita.it, da qualsiasi punto si analizzi il fenomeno, mentre la domanda è: perché finiscono in ospedale? Rispetto al totale dei ricoveri ordinari con diagnosi di violenza, per la componente femminile la violenza sessuale rappresenta la causa principale di ricovero (14,9%), seguita dalla trascuratezza (13,4%), violenza fisica (8,7%) e psicologica (8%). 

Nel caso dei maschi la motivazione più frequente è la trascuratezza (7,2%), seguita dalla violenza fisica (5,2%), psicologica (5,1%) e sessuale (1,9%). 

Chi è l’autore della violenza? 

Solo nel 13,5% dei ricoveri di minori con diagnosi di violenza è riportata l’informazione relativa all’esecutore (17,6% per le femmine, 10,5%, per i maschi).  In oltre la metà dei casi è nell’ambito familiare (50,8% dei casi con indicazione dell’esecutore) e si tratta prevalentemente del padre/patrigno della vittima (37,3%) o un altro parente (13,4%). 

Non tutti i minori accompagnati in pronto soccorso sono portati poi nei reparti ospedalieri. I numeri dei primi tuttavia sono superiori a quelli dei ricoverati. Negli anni 2017-2023 sono stati 6.024 gli accessi al pronto soccorso di bambini e ragazzi con almeno una diagnosi di violenza – di cui 3.846 (63,8%) relativi a femmine e 2.178 (36,2%) a maschi – contro un dato complessivo di 4.245 ricoveri ospedalieri, di cui 1.816 (42,8%) relativi a femmine e 2.429 (57,2%) a maschi. 

I tassi di accesso al pronto soccorso confermano valori più elevati per le femmine: 84,5 accessi per 100.000 residenti nel periodo 2017-2023 rispetto ai maschi (45,1). 

L’Istat anche in questo caso ha acceso un faro sul tipo di violenza subita. La violenza sessuale è di gran lunga la prima causa nel sesso femminile, con 1.779 accessi, pari al 46,3% del totale degli accesi per violenza, seguita da violenza psicologica (27%), fisica (13,3%) e trascuratezza (14%). Mentre i maschi finiscono al pronto soccorso per violenza psicologica nel 36% dei casi, violenza fisica (27,5%), trascuratezza (23,3%), violenza sessuale (13,6%).