Home Attualità Indicazioni Nazionali di storia, Valditara: “Alla primaria dalla seconda guerra mondiale alle...

Indicazioni Nazionali di storia, Valditara: “Alla primaria dalla seconda guerra mondiale alle fine del secolo”. Ma nel testo del documento non c’è nessun accenno

CONDIVIDI

Il capitolo delle Indicazioni Nazionali dedicato alla storia è quello che sta animando il dibattito di queste ore nei social e sul web.
Ci sono alcuni aspetti sui quali, più di altri, si stanno concentrando le critiche.
I commenti più frequenti riguardano proprio l’incipit del capitolo: “Solo l’Occidente conosce la Storia. Ha scritto Marc Bloch: «I greci e i latini, nostri primi maestri, erano popoli scrittori di storia. Il cristianesimo è una religione di storici. […] è nella durata, dunque nella storia, che si svolge il gran dramma del Peccato e della Redenzione»”.
Le battute, anche di docenti che di didattica della storia qualcosa sanno, si sprecano: “Dopo aver letto queste parole, ho dovuto ingoiare una mezza dozzina di malox… Io non ce l’ho fatto a proseguire … Mi chiedo chi possa aver scritto queste cose…” e via dileggiando.
Ma il passaggio più discusso è un altro: “Anziché mirare all’obiettivo, del tutto irrealistico, di formare ragazzi (o perfino bambini!) capaci di leggere e interpretare le fonti, per poi valutarle criticamente magari alla luce delle diverse interpretazioni storiografiche, è consigliabile percorrere una via diversa. E cioè un insegnamento/apprendimento della storia che metta al centro la sua dimensione narrativa in quanto racconto delle vicende umane nel tempo”.
Passaggio che sta demoralizzando tanti docenti di scuola primaria che da almeno mezzo secolo si stanno ingegnando per “fare storia” non limitandosi al semplice racconto ma anche mettendo bambini e bambine di fronte a materiali, strumenti e documenti.

Certamente nessuno pensa che si possa insegnare la storia alla scuola primaria facendo riferimento soltanto ai documenti, anche perché lo scopo non è quello di formare dei “piccoli storici”, ma molti ritengono che sia davvero riduttivo fermarsi ad un semplice racconto (“a mo’ di favola”, come ha detto e scritto Galli Della Loggia, coordinatore del gruppo di lavoro sulla storia).

E le parole del ministro Valditara, riportate in una intervista pubblicata dal Corriere, non fanno altro che creare confusione.
Il Ministro, infatti, ha detto: “Dedicheremo due interi anni delle elementari a studiare i greci e i romani e l’impatto del Cristianesimo sul mondo classico. Si studieranno come civiltà del Mediterraneo in terza elementare, dove si contrae la parte dedicata ai dinosauri e alla preistoria. E poi sarà raccomandata un’attenzione alla parte più recente della storia: dalla Seconda guerra mondiale alla fine del secolo scorso”.
Quello di dare più spazio alla storia più recente è certamente un obiettivo nobile (d’altronde era stato il comunista Luigi Berlinguer a rimarcare l’importanza della storia del Novecento), peccato che nel testo delle Indicazioni disponibile questo passaggio non compaia. Ma probabilmente si tratta di una modifica che il Ministro ha già deciso di proporre alla Commissione.