Sulla bozza del Ministero relativa alle nuove indicazioni nazionali della scuola primaria, ‘La Tecnica della Scuola’ ha ascoltato il parere del professore Cristiano Corsini, che insegna Pedagogia sperimentale all’Università Roma Tre: a margine di un convegno organizzato alla Camera da una serie di associazioni, Corsini ha detto che con queste linee guida “tutta la ricerca teorica ed empirica in ambito educativo pedagogico degli ultimi 50 anni viene sconfessata o quantomeno non vi è alcuna considerazione. Questa è una scelta molto grave, perché di fatto incentra le indicazioni su elementi che non sono scientificamente difendibili: è molto pericolosa questa deriva”.
Secondo quanto riportato dal docente accademico, “le società scientifiche hanno provato a far sentire la propria voce ma nulla è stato recepito in sede di consultazione”.
Inoltre, continua Corsini, da parte del Governo e di chi amministra la scuola vi sarebbe “totale assenza di considerazione nei confronti degli studi di genere, che vengono di fatto sconfessati da una visione dell’educazione basata su elementi indifendibili, con la violenza di genere considerata come patologia quando è legata a un orientamento sociale culturale sistemico”.
Il docente universitario ritiene poi che “la valutazione formativa è del tutto assente” per fare spazio ad “un’inclusione che dovrebbe essere garantita non si sa bene come e senza individualizzazione. Per non parlare delle didattiche disciplinari: ad esempio si è parlato molto dalla storia. Si tratta di scelte davvero indifendibili, molto pericolose, che rappresentano un passo indietro rispetto alle vecchie indicazioni nazionali. Un peggioramento netto che produrrà risultati non positivi: l’effetto più apprezzabile – conclude Corsini – sarebbe quello di non seguirle, di ignorarle”.