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Inno di Mameli nei programmi scolastici

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A decorrere dall’anno scolastico 2011/2012 nelle del primo ciclo di istruzione potrebbe diventare obbligatorio “l’insegnamento dell’inno nazionale e dei suoi fondamenti storici e ideali, attraverso il supporto degli strumenti didattici necessari”: lo prevede la proposta di legge 4117 presentata proprio in questi giorni da Valentina Aprea e altri deputati del PdL e che sarà esaminata dalla Commissione Cultura della Camera a partire da questa settimana.
“L’Inno di Mameli – spiegano i firmatari del progetto di legge –
rappresenta una delle manifestazioni artistiche musicali più alte dello spirito patriottico di unità nazionale ed è l’opera che ha spronato, unito e sostenuto i nostri Padri a fare l’Italia. Esso fu un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, contribuendo in maniera significativa alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto e all’impegno del Re Carlo Alberto nel rischioso progetto di riunificazione nazionale”.
Nonostante che “Il canto degli italiani” (questo è il titolo ufficiale) sia il nostro inno, sono ben pochi gli Italiani che ne conoscono e ne comprendono il testo completo.
I motivi “sono da ricercare – spiegano ancora i deputati del Pdl –
proprio nella mancanza di un’idonea opera di insegnamento e diffusione che dovrebbe essere attuata innanzitutto negli ambienti scolastici, inserendola appunto nelle indicazioni nazionali per gli insegnamenti di storia o di educazione civica delle scuole del primo ciclo”.
Tutto assolutamente vero, ma forse sarebbe anche il caso di ricordare che fu proprio ai tempi del ministro Letizia Moratti che venne deciso che alla scuola primaria l’insegnamento della storia dovesse fermarsi alla caduta dell’impero romano.
Ed è un po’ difficile comprendere appieno il significato dell’Inno senza nulla sapere del periodo comunale (nell’inno di Mameli si accenna alla battaglia di Legnano) o dei diversi tentativi succedutisi nei secoli di sottrarsi alle dominazioni straniere (il testo contiene riferimenti a Francesco Ferrucci e al “Balilla” genovese).
L’iniziativa del Pdl sembra insomma avere caratteri di estemporaneità: se davvero si vuole raggiungere l’obiettivo di consolidare il senso dell’unità nazionale non sarebbe male rimettere mano ai programmi di storia per la scuola del primo ciclo.