Home Archivio storico 1998-2013 Generico Intesa fra Regioni e Province autonome per il riconoscimento dei titoli di...

Intesa fra Regioni e Province autonome per il riconoscimento dei titoli di studio

CONDIVIDI

Regioni e Province autonome hanno sottoscritto nei giorni scorsi un accordo che prevede il reciproco riconoscimento dei titoli di studio conseguiti dai giovani che frequentano i percorsi sperimentali di durata triennale realizzati in attuazione dell’accordo quadro del giugno 2003.
L’intesa dà attuazione anche all’accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-Regioni nel gennaio 2004 con il quale erano stati definiti gli standard formativi minimi relativi alle competenze di base richiesti ai fini della validità e della spendibilità dei titoli di studio conseguiti in ambito nazionale ed europeo.
Scopo dichiarato di Regioni e Province autonome è quello di “superare la frammentazione istituzionale che ha caratterizzato fino ad oggi il nostro Paese” oltre che di garantire agli studenti (che, per essere precisi, nel documento vengono indicati sempre come “persone”) “l’opportunità di transitare tra differenti

sistemi e territori, optando per una strategia di azione volta alla trasparenza e alla
leggibilità degli apprendimenti acquisiti nei percorsi di studio e di lavoro”.

In pratica l’intesa garantisce che una qualifica professionale acquisita in una regione sia considerata valida non solo dalle regioni limitrofe ma in tutto il territorio nazionale.
A rigor di logica l’iniziativa delle regioni avrebbe dovuto riscuotere ampio consenso, anche perché, per una volta tanto, le regioni del centro-sinistra e quelle del centro-destra si trovano d’accordo su obiettivi concreti.
E invece no.
Cgil-Flc non esita a sottolineare le proprie perplessità nei confronti di un protocollo di intesa che consentirà ai giovani di conseguire “titoli poco spendibili, perché provenienti da una miriade di intese diverse”, attraverso “un percorso formativo riconosciuto solo nella forma ma non nei contenuti”.

“Con l’imminente scadenza delle iscrizioni – sottolinea il sindacato di Enrico Panini – questo accordo contribuisce a creare caos nelle famiglie che devono scegliere il futuro formativo dei propri figli, illudendole di una ulteriore alternativa: un percorso triennale con titolo finale riconosciuto in tutte le Regioni, ma non dallo Stato”.

In realtà l’ “attacco” di Cgil alle Regioni sembra destinato a non raccogliere troppi consensi, dal momento che – non da oggi – sulla formazione professionale le Regioni hanno competenza esclusiva, mentre sull’istruzione professionale le stesse regioni del centro-sinistra non sembrano intenzionate a tornare indietro rispetto alle modifiche introdotte dalla riforma costituzionale.