Home Politica scolastica L’allarme dei vescovi: tante scuole cattoliche stanno chiudendo, non è giusto

L’allarme dei vescovi: tante scuole cattoliche stanno chiudendo, non è giusto

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I vescovi tornano ad avvertire lo Stato italiano: a causa della esiguità dei finanziamenti statali, molte scuole cattoliche stanno chiudendo. Di questo passo l’amministrazione pubblica dovrà occuparsi anche di quel milione di alunni oggi frequentanti le scuole parificate, pagando però molto di più di quello che ora nega alle stesse istituzioni.  

“La scuola cattolica costituisce un valore per tutti i cittadini e non solo per i cattolici”. I vescovi italiani rivendicano il ruolo esercitato dagli istituti di formazione cattolici nel panorama nazionale dell’istruzione, parlandone nella nota pastorale “La scuola cattolica risorsa educativa della Chiesa locale per la società”, diffusa il 30 luglio dalla Commissione episcopale per l’educazione, la scuola e l’università. Ad oltre trent’anni dal precedente documento della Cei sullo stesso tema, datato 1983, il documento intende “aggiornare lo sguardo della comunità ecclesiale sulla presenza della scuola cattolica”, “nata per porsi al servizio di tutti, in particolare dei più poveri”, si legge nella presentazione firmata da mons. Gianni Ambrosio, presidente della Commissione Cei, e che “deve continuare ad esercitare il suo servizio come testimonianza dell’impegno di tutta la comunità ecclesiale nella realizzazione del quotidiano compiuto educativo e della costante attenzione ai più deboli”.

Per i vescovi, tra gli ostacoli a una reale parità con la scuola pubblica, c’è il non adeguato finanziamento delle scuole paritarie, che ha portato alla chiusura di molte scuole cattoliche, soprattutto dell’infanzia, che da sole rappresentano quasi i tre quarti del totale. “Fino a che la legislazione italiana sulla parità non avrà ottenuto il suo completamento anche sul piano del suo finanziamento, a una parità nominale affermata non corrisponderà mai una parità nei fatti”, scrive la Cei. I vescovi sostengono che a 14 anni dalla Legge 62/2000 sulla parità scolastica, di fatto la scelta da parte dei genitori rimane tutt’altro che libera.

Nel documento vengono anche riportati alcuni dati significativi riguardanti il numero degli alunni, riferiti all’anno scolastico 2012-13: su un totale nazionale di 8.943.701 alunni (tra scuole dell’infanzia, scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di primo grado), quelli delle scuole paritarie sono 1.036.403, di cui delle scuole cattoliche 702.997. Per quanto riguarda poi i finanziamenti statali 2013 al sistema nazionale di istruzione, quello totale alle scuole statali ammonta a 40,5 miliardi di euro (costo medio allo Stato per alunno 5.246,60 euro), quello alle scuole paritarie è pari a 498,9 milioni di euro (costo medio allo stato per alunno 481,40 euro).

La Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) ha espresso immediato ringraziamento per la nota pastorale:  in particolare, la nota, nel paragrafo 15, “non nasconde i problemi connessi alla presenza nella scuola cattolica di alunni provenienti da altre culture e religioni e di alunni in condizione di disabilità. Questo sollecita ancora di più la Fism – afferma la Federazione – a trovare risposte tese all’inclusione e alla valorizzazione di ogni diversità”.