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L’ora di religione: sempre di più gli studenti che scelgono di non frequentarla

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È in rapido aumento la percentuale di alunni che scelgono di non prendere parte all’ora di religione nelle scuole.

Stando ai dati diffusi dal Cei infatti in meno di dieci anni sembrerebbe che il numero di costoro sarebbe raddoppiato, arrivando all’attuale 12,2%. La tendenza, che pare cresca in proporzione all’età degli studenti, è diffusa soprattutto nelle scuole superiori: è qui che si è notato maggiormente il fenomeno. Si passa dunque dall’8,4% nelle elementari al 10,4% nelle scuole medie fino al 18,4% negli istituti superiori.

Va inoltre specificato che in Italia c’è, anche in questo, un notevole divario tra nord e sud. Mentre infatti nella parte settentrionale della penisola uno studente su cinque rinuncia a seguire l’ora di religione, per un totale del 18% sulla totalità degli studenti del nord con il maggior numero di esenti concentrati nelle regioni di Toscana ed Emilia Romagna, nel meridione sono soltanto il 2,3%. La regione che ha registrato le cifre più basse è la Campania.

È poi da sottolineare la differenza che si presenta di scuola in scuola, ovvero tra licei e istituti tecnici. Mentre negli anni precedenti erano soprattutto gli alunni dei licei a frequentare con maggiore affluenza le lezioni di religione, oggi si è registrata un’inspiegabile inversione di tendenza. Ora infatti sarebbero proprio i licei a contare il numero più alto di esonerati, mentre negli istituti tecnici e professionali gli studenti sembrerebbero essere partecipi.
La situazione, che ha suscitato polemiche soprattutto da parte dei sindacati i quali hanno denunciato l’indecenza delle alternative come fare i compiti o uscire prima, richiederebbe un’analisi sociale approfondita per poter arrivare a capire appieno le sue cause.

Cosa sta succedendo esattamente nel nostro paese e tra i giovani? Di certo è innegabile che negli ultimi anni ci sia stato un allontanamento dei ragazzi dai luoghi di culto. Ragazzi che poi crescendo e dando vita ad una famiglia, non possono di certo indirizzare i proprio figli negli ambienti religiosi.

La scelta dei più giovani di prendere le distanze da questi ultimi è dovuta probabilmente in parte anche al ruolo che spesso la Chiesa ha giocato e gioca nella vita politica del paese: quante volte essa è stata vista come un ostacolo per l’evoluzione sociale e civile dell’Italia? Basti pensare all’opposizione estenuante che gli ambienti cattolici hanno esercitato in occasione dell’approvazione della legge sulle unioni civili.

Altro fattore sociale da non sottovalutare è la presenza sul territorio italiano di stranieri dediti a culti diversi, la cui maggiore concentrazione si riscontra proprio nel nord. Questi infatti, stando a dei dati diffusi dall’Istat, tendono ad avere più figli e quasi sempre richiedono per loro l’esonero dall’ora di religione.