Home I lettori ci scrivono La “Buona scuola”: ripensamenti, scelte e prospettive

La “Buona scuola”: ripensamenti, scelte e prospettive

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Se il sistema formativo, soprattutto nei segmenti iniziali, ha confermato i buoni livelli di prestazione , ciò è dovuto all’impegno “extracontrattuale” dei docenti con sforamento del loro orario di servizio, con pagamento di tasca propri di materiali che l’Amministrazione non è in grado più di fornire.

Come ringraziamento si vedono mediaticamente additati come fannulloni, mangiapane a sbafo… Peccato – ovviamente per i denigratori – che quest’immagine non venga confermata da moltissimi genitori, cioè da quegli utenti indiretti che si relazionano ogni giorno con gli insegnanti dei loro figli, intuendone la passione, l’impegno, la fatica, e le difficoltà di lavorare con un’organizzazione che spesso ne penalizza i risultati, a fronte di un appassionato impegno.

Bene, ora è giunto il momento di ripensare a questo profilo , ricco di professionalità che ben compensa il “professionismo” ridotto al lumicino. Per noi, ma soprattutto per il bene della scuola, dei nostri ragazzi, perché solo insegnanti motivati anche economicamente possono alzare ulteriormente l’asticella della qualità del servizio scolastico. Docenti disposti a spendere una buona parte del loro tempo a formarsi, ad impegnarsi in una didattica di qualità e in progetti contenuti nel Pof che hanno come terminali la valutazione e la certificazione. A fronte però di un “merito professionale” riconosciuto adeguatamente a dei professionisti della formazione. Il contrario dell’offerta proposta dalla “Scuola Renzi” (= 60€ ), assolutamente inadeguata rispetto ai nuovi impegni, offensiva per la nostra dignità di docenti e truccata perché ridurrà a certe condizioni – secondo uno studio recente sarà sufficiente saltare due appuntamenti con gli aumenti – il nostro stipendio, rispetto all’attuale regime degli scatti settennali.

Non illudiamoci “La riforma Renzi” diventerà Legge di Stato. Probabilmente assumerà la forma del Decreto legge in modo da evitare le lungaggini di una contrattazione con le parti sociali. Poi la palla passerà a noi. Sarà il tempo delle decisioni!!! Mi auguro ragionevolmente lungo, supportato da un’adeguata informazione, perché la nostra scelta condizionerà la “forma” della scuola.

In concreto queste saranno le prospettive. Se ci sarà la corsa diffusa all’accumulo dei crediti di merito per un “piatto di lenticchie”, il trucco funzionerà per poco, perché restituirà docenti impoveriti, arrabbiati – e sono educato – e con una motivazione uguale a zero, determinando nel medio e lungo periodo un’espansione del profilo assistenziale e di custodia dell’infanzia e dei ragazzi. Se invece, ci sarà una opposizione alla proposta renziana, e questa sarà corposa probabilmente non costringerà il governo a rivedere la sua offerta, anche perché supportato nella sua Riforma da quegli “ostinati volontari” che per “amore dei bambini e dei ragazzi” saranno disposti ad assumere ruoli e funzioni quasi gratis. Soprattutto i più giovani. Questa contrapposizione porterà a continui “strappi” nel sistema scuola, alla sua “monadizzazione” (monadi), al superamento del Pof come espressione di una comunità educante. Sta a noi decidere, tra il “piatto di lenticchie” e la nostra dignità, sapendo che in qualunque caso il sistema scuola ne sarà condizionato.