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La maestra su Onlyfans denuncia il papà che ha diffuso le foto. L’appello: “Insegnaci a usarlo, con mille euro non si vive”

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Ci sono ulteriori aggiornamenti sul caso della maestra di un asilo cattolico del trevigiano licenziata in quanto lavora anche sulla piattaforma per adulti Onlyfans. Come riporta Il Gazzettino, il caso non si è concluso, anzi. La 29enne ha intenzione di intraprendere azioni legali.

Intanto, c’è da dire che sono molte le donne che stanno chiedendo aiuto alla docente per capire come guadagnare su Onlyfans: “Sono una mamma single, stanca di vivere con mille euro al mese: non ce la faccio più. Ho letto della tua storia. Mi potresti aiutare ad aprire un profilo su Onlyfans”?, questo uno dei tanti messaggi dello stesso tenore che ha ricevuto.

La docente ha aperto una sua società

“Sono già stata contattata da decine di donne”, ha confermato la 29enne. Nel frattempo, commentando casi di maltrattamenti a bambini, la docente ha detto: “Il mio licenziamento è ancora più ingiusto a fronte di cose ben più gravi”.

La docente, dopo l’allontanamento dalla scuola, intanto ha fondato una sua società: d’altronde un mese di attività su OnlyFans le vale praticamente come due anni di lavoro a scuola. Nel frattempo la donna ha chiesto all’asilo in cui lavorava una buonuscita pari a 70mila euro. Senza un accordo, il licenziamento per giusta causa verrà impugnato.

“La scuola fa espressa riserva di agire nei suoi confronti per tutti i danni subiti e subendi in conseguenza dei suoi comportamenti”, ha messo nero su bianco il legale rappresentante dell’asilo. Di pari passo la docente ha annunciato che denuncerà il papà di un allievo, che avrebbe preso alcune sue foto da OnlyFans facendole girare nella chat del calcetto e contribuendo a far scoppiare il caso.

Da dove giunge la polemica

Ecco come si è sollevato il polverone: “Tutto è stato sollevato da una mamma che ha visto il mio profilo privato di OnlyFans. Come ci è arrivata? Il mio profilo Instagram principale era collegato ad un profilo privato, sempre di Instagram, in cui dunque sceglievo io chi accettare e chi meno. In quello privato (e solo lì) pubblicavo i link per accedere ai contenuti di OnlyFans. Non so chi l’abbia visto, di sicuro non lei. Non ho mai accettato nel profilo Instagram privato le mamme dei miei alunni e a dire il vero nemmeno le donne. Avrà chiesto al marito o ad un amico e mi hanno trovata così”.

“Quando l’ha visto è andata a segnalare la cosa alla responsabile delle insegnanti e al dirigente. La responsabile mi ha parlato, mi ha chiesto di cancellare il profilo dicendo che stavo rovinando l’immagine della scuola. Poi la stessa mamma ha però anche pubblicato un post in un gruppo Facebook della zona. Da lì le voci si sono diffuse. Mi era anche stato proibito dalla scuola di parlare pubblicamente della vicenda ma ora mi sono stufata. Ormai è chiaro che sono io la maestra ‘incriminata’ ma non ho niente di cui vergognarmi. Ci sono scatti di nudo, che non sono pornografici”, ha aggiunto, rivendicando le sue azioni.

“So che è una scuola cattolica, quella è la fregatura. In questo senso sapevo che alla lunga questa mia scelta avrebbe potuto causarmi dei problemi. Io però non mi ricordo di aver firmato qualcosa nel contratto che riguardasse la necessità di non pubblicare contenuti social. Penso anche che questa sia l’occasione per esporre il mio punto di vista. Non mi sono vergognata e non mi vergogno di quello che ho fatto. Dal momento in cui la professione viene svolta bene e vengono trasmessi ai bambini i valori comuni, non vedo il problema. Penso innanzitutto che l’educazione principale che viene data ai figli sia appannaggio dei genitori. E ricordo che se hanno visto il mio profilo significa che sono iscritti ad OnlyFans quindi non si capisce dove stia il problema. Un’educatrice accudisce i bambini, nel resto della vita fa quello che vuole”.

Codice etico per docenti dopo i casi Raimo e della maestra su Onlyfans

Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione e del Merito starebbe redigendo un codice etico con norme specifiche per docenti e personale scolastico anche sui comportamenti sui social.