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La metà dei bambini non legge nemmeno un libro e non pratica sport

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Secondo il rapporto di Save the Children la metà dei bambini non legge nemmeno un libro e non pratica sport. Si chiama povertà educativa, secondo la quale risulta che il 48% dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni, non ha letto mai un libro al di fuori di quelli scolastici, ben il 69% non ha mai visitato un sito archeologico e il 55% non è mai entrato in un museo. Non va meglio neppure per quanto riguarda l’attività sportiva: secondo il rapporto, la metà dei ragazzi non la pratica.

C’è ovviamente una correlazione tra la povertà educativa e quella materiale.

Per alcuni versi, la povertà educativa è più “subdola” di quella economica, perché agisce in modo meno evidente, ma priva i giovanissimi dell’opportunità di costruirsi un futuro e anche solo di sognarlo. Le due povertà si alimentano reciprocamente.

Il triste primato in Italia in termini di povertà educativa lo detengono le Regioni del sud con la Sicilia e la Campania, a seguire Puglia e Calabria. Le migliori invece sono Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna. In queste ultime Regioni, le attività scolastiche ed extra sono più ricche ed avanzate; il top si registra a Bolzano.

 

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La mancanza di possibilità economiche rende difficile per esempio, l’accesso alla scuola a tempo pieno: in Italia solo il 30% degli alunni della scuola primaria può permettersi la frequenza a tempo prolungato. Per il resto del tempo, questi bambini vivono in condizioni abitative non adeguate, spesso si ritrovano tutto il giorno in aree urbane degradate e in mancanza di un ambiente pulito dove poter giocare.

Chi vive al di sotto della soglia della povertà non ha in casa un computer ed è privato di tutte quelle attività ricreative come andare al cinema, frequentare corsi alternativi e attività sportive. La mancanza di tutte queste possibilità è responsabile di un altro dato allarmante: il 20% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenza in lettura e il 25% quella in matematica.