Home I lettori ci scrivono La miopia del Piano Nazionale Scuola Digitale

La miopia del Piano Nazionale Scuola Digitale

CONDIVIDI

Le carenze del PNSD sono state oggetto de “La scuola regredisce. Dal Piano Nazionale Informatica al Piano Nazionale Scuola Digitale”, visibile in rete.

La parzialità, la mancanza di una visione sistemica sono i difetti principali degli indirizzi ministeriali, la cui architrave è la didattica. Una locuzione che, nel documento programmatico del Miur, ricorre 108 volte.

Si privilegiano le modalità della comunicazione didattica: si presume che i corrispondenti oggetti siano intangibili!

In questo scritto, per evitare argomentazioni distruttive, si affrontano due questioni:

  • Come capitalizzare la pervasività dell’informatica?

  • Come adeguare la scuola alla contemporaneità? 

La ricerca della risposta al primo quesito implica la specificazione del contenuto dell’informatica.

L’informatica è una disciplina che vive nello spazio che intercorre tra i problemi e le risorse tecnologiche.

La sua vitalità si manifesta

  • nello studio del campo in cui nasce il problema;

  • nella minuziosa descrizione dei risultati attesi;

  • nell’analisi dei dati disponibili e nell’elencazione di quelli necessari;

  • nella realizzazione di un modello;

  • nell’individuazione, nella rappresentazione e nella validazione dei processi risolutivi;

e, solo successivamente,

  • nella comunicazione verso l’esecutore.

Il rapporto scuola-società è il campo in cui nasce il problema formativo che si affronta a partire dalla specificazione dei comportamenti che gli studenti devono esibire al termine del loro percorso scolastico (competenze generali).

La determinazione dei traguardi consente di analizzare le discipline per farne risaltare le potenzialità:

  • esplicitando i problemi caratteristici;

  • descrivendo i tipici metodi risolutivi;

  • formalizzando gli esiti delle ricerche, facendoli diventare la piattaforma di cattura di nuovi problemi.

Dalla struttura delle discipline traspare la strategia risolutiva: il comportamento che uno studente esibisce ricercando la soluzione di un problema veicola le informazioni necessarie al governo di processi d’apprendimento volti alla promozione di competenze generali e di competenze specifiche.

Questo il motivo per cui il fondamento della professionalità dei docenti s’identifica nell’analisi disciplinare.

Un questionario per il relativo accertamento potrebbe contenere la domanda:

Tanto, tanto tempo fa la sentinella che vigilava all’entrata della caverna vide tre leoni che si avvicinavano. Immediatamente corse dal capo tribù: con gesti e urla segnalò la presenza di leoni e, con tre colpi di lancia sul terreno, ne indicò la numerosità.

Nel fatto narrato esiste un’attività matematica.

E’ lecito chiedersi: dove comincia la matematica?

  1. Dai Leoni

  2. Dai colpi di lancia

  3. La matematica non ha inizio: tutto è matematica

  4. Nessuna delle precedenti

L’esplorazione del campo del problema, la precisazione del risultato atteso, il riconoscimento delle potenzialità della disciplina, la formulazione e la verifica delle strategie risolutive costituiscono la necessaria premessa alla scelta della strumentazione tecnologica più idonea: prima si esplicita la meta (IL COSA) e, solo successivamente, si sceglie la risorsa (IL COME).

La situazione tratteggiata presenta l’informatica come serva ubbidiente, in grado di soddisfare le esigenze più disparate: questa l’origine della sua pervasività.

Come adeguare la scuola al mondo contemporaneo per “rispondere alle sfide di un mondo che cambia rapidamente, che richiede sempre di più agilità mentale, competenze trasversali e un ruolo attivo dei giovani” è la seconda questione posta.

Il documento ministeriale, riconosciuta la dinamicità dell’ambiente socio-culturale, enuncia la finalità del sistema educativo: agilità mentale, trasversalità, partecipazione. Traguardi riguardanti la sfera personale dei giovani, mete che tutte le discipline devono promuovere con un attento lavoro di coordinazione, vista la loro specificità di metodi e di oggetti.

La conseguente sinergia migliorerà significativamente l’efficacia del servizio.

Si tratta di una tipica visione sistemica in cui le singole parti non hanno significato proprio. Questo deriva dall’interazione con gli altri elementi che, interagendo, fanno da propulsore verso la finalità istituzionale.

La progettualità, volta alla convergenza di tutti gli insegnamenti verso traguardi comuni e condivisi, è la porta d’ingresso al governo dell’istituzione scolastica.

La tacita abrogazione del DPR sull’autonomia, operata dalla legge 107/15, è inequivocabile sintomo dell’incapacità di cogliere la struttura sistemica della scuola. L’art. 1 del decreto recita: ”L’autonomia delle istituzioni scolastiche … si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana”.