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La scuola esattrice pretende di incassare i contributi volontari

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Dal sito skuola.net apprendiamo una notizia che rispecchia lo stato di profondo malessere che stiamo vivendo all’interno delle nostre istituzioni scolastiche. La notizia riguarda l’abuso verificatosi in un istituto di Brescia, dove il dirigente scolastico minaccia di mandare il recupero crediti alle famiglie che non hanno pagato il contributo scolastico che sarebbe volontario.
 Non bastava la tenaglia della crisi che pervade le famiglie italiane, costrette a fare i conti con la ferocia inaudita e cieca di agenzie di riscossione debiti, come “EquItalia”, adesso ci si mette anche la scuola a fare da esattrice, pretendendo di incassare, in modo del tutto illegittimo, i contributi volontari per il miglioramento dell’offerta formativa. Si tratta di una richiesta infondata, avanzata, per come rileviamo dal sito skuola.net, dalla dirigenza scolastica dell’I.I.S. Mariamo Fortuny di Brescia. 
Lo scandalo della questione è quella di uno studente che astenendosi dal pagamento del contributo volontario di € 170 si è ritrovato, con grande stupore, nella buca delle lettere un avviso che affermava così: “Vi intimiamo il pagamento della suddetta cifra entro 7 giorni dal ricevimento della presente In caso di mancato tempestivo adempimento, si procederà a termini di legge per il recupero coatto della somma dovuta, degli interessi, e della rivalutazione monetaria intervenuta, fatto comunque salvo il diritto della scrivente di adire le autorità competenti per ottenere il ristoro dei danni subiti e subendi e delle spese comunque sostenute. 
Siamo alle solite! Alcune scuole, affamate di soldi e con dirigenti poco attenti al rispetto delle leggi vigenti, tentano di incassare dalle famiglie, oltre che i contributi obbligatori, anche quelli volontari, facendoli passare per tasse dello Stato e quindi obbligatorie. Già in passato skuola.net aveva inviato al Miur un dossier di queste irregolarità. 
Ricordiamo che dopo le segnalazioni prodotte e inviate al Miur da Skuola.net, nell’aprile 2011, il capo dipartimento Giovanni Biondi inviava una missiva ai direttori di ben 13 uffici scolastici regionali, per avviare le verifiche di certe pratiche del tutto illegittime e persino ricattatorie, visto che alle famiglie viene detto che il mancato pagamento del contributo volontario determina la pena della mancata iscrizione degli studenti stessi. La speranza è quella che il Miur continui a vigilare su certi episodi, che è del tutto evidente vanno a ledere il sacrosanto diritto alla studio dei nostri studenti.

Sull’argomento dei contributi volontari “imposti”, nella sezione “La vocedegli altri” è stato pubblicato un intervento dell’Unione degli Studenti.