Home Alunni L’alternanza piace alternativamente: più ai professionali e meno ai licei

L’alternanza piace alternativamente: più ai professionali e meno ai licei

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Sono quasi 1 milione gli studenti coinvolti in percorsi di alternanza scuola lavoro. La maggior parte provengono dai licei (48%), contro il 31% degli istituti tecnici e il 21% degli istituti professionali. In pratica l’86% di tutte le scuole italiane (cioè 5.775 istituti) vedono i propri studenti del triennio impegnati nell’alternanza e oltre 200mila sono le realtà lavorative coinvolte, il 64% delle quali sono imprese.

I liceali bocciano l’alternanza

Tuttavia, fa notare Vita.it, che riporta una inchiesta della Rete degli studenti,  i ragazzi dei licei bocciano l’Alternanza, mentre i colleghi di tecnici e professionali la promuovono a pieni voti.

Dall’indagine emerge anche che mentre nei tecnici e professionali l’alternanza si fa in orario curricolare, i licei la relegano al pomeriggio o alle vacanze. Il 74,6% degli studenti che fanno alternanza completamente al di fuori dell’orario scolastico viene infatti dai licei, dove sono rari i casi di alternanza precedenti alla legge. E ancora, il cluster dei tecnici e professionali può contare su un numero molto alto di docenti preparati appositamente per gestire i percorsi di Alternanza (69% dei casi), mentre al contrario nei licei il 71% degli studenti ha avuto come tutor interno un docente selezionato in modo casuale.

I numeri

I numeri complessivi parlano di 431.014 studenti del liceo delle classi III e IV ad aver fatto Alternanza nell’anno scolastico 2016/17, contro i 250.628 degli istituti tecnici e i 153.269 degli istituti professionali. Gli studenti del licei che hanno fatto Alternanza rappresentano il 51,6% del totale degli studenti (licei, tecnici e professionali) che devono farla.

I licei quindi si sono mossi, facendo fare esperienze di Alternanza al 91% dei propri studenti: certo con la difficoltà oggettiva legata alla novità.

Aluisi Tosolini

Un’esperienza sul campo, commenta Vita.it, è quella di Aluisi Tosolini, dirigente del liceo Bertolucci Parma, 900 studenti per tre indirizzi – musicale, scientifico e sportivo – ed è molto netto: «La negatività di cui leggo sui giornali, io fatico a vederla». In terza loro fanno impresa formativa simulata, tra febbraio e marzo, «un’esperienza particolarmente arricchente, ho visto docenti tirar fuori professionalità e competenze inaspettate», mentre in quarta si va nelle strutture ospitanti per due settimane e mezza, a fine maggio.

«Siamo molto soddisfatti, vediamo i ragazzi crescere. Come docenti ci siamo lasciati interrogare: quest’anno la nostra formazione punterà sulle soft skills».

Passando dal racconto al modello, Tosolini vede tre nodi fondamentali, soprattutto per i licei: uno, mettere l’Alternanza in mezzo all’anno scolastico, perché questo «costringe pensarla non come un’aggiunta ma come elemento strutturale»; due, rivedere i tempi della scuola, che «non è più dalle 8 alle 13, né per i ragazzi né per i professori, che devono girare la provincia per andare nelle aziende»; tre, strutturare molti percorsi legati ai diritti, perché «noi prepariamo i ragazzi a fare un lavoro che oggi non esiste ancora, è una sfida grandissima a cui rispondere solo insieme».