
Un padre convinto no-vax ha deciso di non mandare i figli a scuola perché a detta sua le mascherine fanno male e li ha spinti a vessare la loro madre perché quest’ultima si è vaccinata contro il Covid-19. L’uomo è andato a processo, e ora è stato assolto. Lo riporta Il Corriere della Sera.
L’imputato davanti ai figli sosteneva di essere “colui che è eterna essenza incarnata” e di possedere la “verità assoluta”; è stato accusato di averli indotti a non assumere farmaci, o antibiotici, e di prendere invece ciò che chiamava “acqua asea”. Lo stesso dicasi per i vaccini: si rifiutava di dare il consenso e quando l’ex moglie si era vaccinata contro il Covid aveva convinto i figli, che all’epoca avevano 13 e 10 anni, a non avvicinarsi alla mamma per almeno 40 giorni, perché sosteneva che lei fosse diventata radioattiva.
Le violenze psicologiche
L’uomo si era opposto al fatto che frequentassero la scuola (persero un anno per le assenze), sosteneva che l’obbligo d’indossare la mascherina facesse loro del male. Li aveva indottrinati al punto di ripetere il suo pensiero, mettendoli contro l’ex moglie, anche con telefonate ed sms, da cancellare dopo averli letti, in cui impartiva loro indicazioni: dal rifiutarsi di sedere con le a tavola, al rovesciarle a letto secchi d’acqua, fino al distribuire in paese volantini in cui chiedevano aiuto per sedicenti maltrattamenti della madre.
“Nel 2016 mio marito andò alla fiera dell’Oriente a Milano, tornò sostenendo che una persona gli avesse detto che aveva un’aurea, un segno da veggente. Si è paragonato a Matrix, quello del film”, aveva riferito la donna, che da qualche mese è tornata nuovamente a vivere con i due figli. Alla domanda fatta da pm e avvocato di parte civile, se l’ex marito facesse parte di una setta, la donna aveva risposto di sì.
L’iter giudiziario
Il pubblico ministero aveva chiesto che venisse condannato a 3 anni, riconoscendogli un vizio parziale di mente. Mentre i suoi avvocati difensori l’assoluzione, richiesta accolta. È stato assolto perché il fatto non costituisce reato. L’uomo, 49 anni, nel 2022 era già stato prosciolto dal gup “perché il fatto non sussiste” e un perito ne riconobbe la parziale incapacità di intendere e volere; ma su ricorso del pubblico ministero la Corte d’Appello lo aveva mandato a processo.