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Le morti silenziose

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A tale fine, il prof. Vittorio Lodolo D’Oria, ha lanciato l’operazione di “acculturamento sulle malattie professionali degli insegnanti”, visibile nella sua pagina Facebook dove ha riportato 13 casi di suicidio segnalati dalle cronache locali che negli ultimi due anni hanno visto protagonisti gli insegnanti. L’opinione pubblica (ma ancora prima i docenti) deve sapere come stanno realmente le cose anzichè nutrirsi di falsi stereotipi.

I sindacati non possono continuare a fare finta di nulla di fronte a questa “inutile strage”, e così pure i governanti.

Noi ne riportiamo solo tre, per gli altri casi rimandiamo alla pagina Facebook del prof Lodolo D’oria (www.facebook.com/vittoriolodolo)

 

Insegnante di religione accoltella la moglie e si suicida

E’ stata disposta dal giudice l’autopsia sul corpo di Paolo Prisco, 39 anni, l’insegnante di religione che ha accoltellato la moglie e poi si è lanciato dal quarto piano di un appartamento di via dell’Archeologia ad Aversa, nel Casertano. Le condizioni della donna, Paola, 36 anni, ricoverata all’ospedale Moscati a seguito delle ottanta coltellate inflitte sono stazionarie dopo le varie operazioni subite anche la notte scorsa.

La 36enne è assistita costantemente da uno psicologo e da un assistente sociale.

 

Benevento: insegnante si lancia nel vuoto dal sesto piano della sua abitazione

Una donna di 68 anni, L.R., insegnante, si è tolta la vita lanciandosi nel vuoto dal sesto piano della sua abitazione dove viveva con il marito. La tragedia si è consumata intorno alle 6:30 in via dei Mulini, a Benevento.

Secondo quanto si apprende, la 68enne soffriva da tempo di depressione ed era in cura, da circa due mesi, da uno psicologo.

Prima del suicidio, la donna avrebbe anche scritto un messaggio ai familiari nel quale ha spiegato le motivazioni del gesto e salutato i suoi cari. A trovare il cadavere in strada è stato il coniuge, che al momento dell’accaduto stava ancora dormendo in camera da letto.

 

 

Insegnante suicida in ospedale con un sacchetto di plastica

Non ce l’ha fatta a vincere il male, una forma di depressione, che da numerosi anni l’affliggeva. E’ così che un’insegnante vittoriese 48enne ha deciso di farla finita nel letto dell’ospedale di Conegliano, dove da alcuni giorni si trovava ricoverata per delle cure.

E’ stata ritrovata dagli infermieri nel suo letto con la testa all’interno di un sacchetto di plastica, usato per farla finita, vinta da un male oscuro.

Da oltre 20 anni insegnava lingue, inglese e tedesco, in un istituto superiore cittadino: ieri la notizia ha lasciato colleghi, studenti ed ex studenti senza parole.

 

 

Tenta il suicidio insegnante di Alberobello 

Una insegnate di Alberobello di 57 anni aveva deciso di togliersi la vita gettandosi in mare. Aveva così raggiunto Savelletri e dopo aver parcheggiato l’auto si era incamminata in mare vestita di tutto punto, con l’intento di prendere il largo e annegare.

In quel momento fortunatamente si è trovato a passare un fasanese – un vero e proprio angelo custode – che, sfidando le temperature non proprio propizie dell’acqua, si è tuffato in mare e, dopo aver raggiunto la donna, l’ha riportata a riva sana e salva. 

Immediati i soccorsi con l’arrivo sul posto di un’ambulanza del 118, che ha trasportato la donna al Pronto soccorso dell’ospedale di Fasano, per gli accertamenti e le cure del caso.