Home Attualità Le spoglie di Tomasi di Lampedusa saranno collocate nel Pantheon di Palermo

Le spoglie di Tomasi di Lampedusa saranno collocate nel Pantheon di Palermo

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Al Cimitero dei Cappuccini di Palermo, sorto a metà del XVI secolo accanto alla chiesetta di Nostra Signora della Pace, sono sepolti, fra i tanti nobili, dal luglio del 1957 anche l’autore del “Gattopardo”, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con la moglie Alessandra Wolff Stommersee, ma pure il sindacalista e deputato Pci, Pio La Torre. 

Oltre agli specialisti e visitatori anche esteri, appassionati del personaggio e della sua opera, pochi tuttavia sanno tutt’ora l’ubicazione esatta della sua tomba e sembra che persino il custode stenta a trovarne la collocazione precisa nell’area cimiteriale 25, forse perché, pur essendo un nobile, ha una sepoltura molto modesta: è possibile.

Il Lampedusa nel Pantheon di Palermo insieme agli illustri di Sicilia

Ora finalmente il comune di Palermo, anche su spinta decennale di studiosi e intellettuali da tutto il mondo, ha deciso di spostare le spoglie del Principe Tomasi di Lampedusa, “celebre autore del manifesto più vivo dell’identità e della cultura siciliana, nel Pantheon degli illustri di Sicilia, che è il luogo naturale deputato a custodire e onorare le tombe di coloro che hanno reso celebri Palermo e la sua storia”.

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, lo ha comunicato con queste parole, dopo la firma del decreto a cura del dirigente generale del Dasoe, con cui si autorizza la tumulazione privilegiata dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella chiesa di San Domenico di Palermo. 

Istanza formale partita dal rettore della chiesa di San Domenico

È stata accolta, dunque, l’istanza di padre Sergio Catalano, rettore della chiesa di San Domenico di Palermo, nella quale si chiedeva il trasferimento al Pantheon delle spoglie mortali del grande scrittore dalla tomba di famiglia del cimitero dei Cappuccini.

Favorevoli i pareri motivati rilasciati dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, dalla Soprintendenza per i beni culturali nonché dal dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Palermo e del nulla-osta rilasciato dalla Curia arcivescovile di Palermo.

Un atto dovuto per un artista e un intellettuale raffinato la cui opera è conosciuta in tutto il mondo

Un atto dovuto, dicono i dirigenti del Comune di Palermo e della Regione siciliana, “in ragione dello straordinario livello culturale del personaggio da tempo scomparso, cristallino esempio di narratore storico dal valore non solo attuale ma di difficile ragguaglio, aver portato a compimento l’iter avviato dalla richiesta del rettore di San Domenico”. 

Chiesa di San Domenico e Pantheon dei siciliani