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Learnig loss, che cos’è?

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In inglese ci sono diversi modi di definire il fenomeno che si verifica in corrispondenza delle vacanze estive, quando gli studenti “spengono il cervello“. Si parla di “scivolamento estivo” (summer slide), “fuga del cervello” (brain drain) e “perdita di apprendimento estivo” (learning loss). Si tratta di termini generali, che possono riferirsi a qualsiasi disciplina specifica o competenza, per esempio perdita nella lettura o nell’area del calcolo e così via.

Se ne parla ogni anno all’inizio delle vacanze estive e negli ultimi tempi se ne è discusso intensamente, associando il concetto di perdita generale nell’apprendimento durante il lockdown e la pandemia. ll learning loss infatti è un fenomeno naturale che si verifica nei periodi di lunghe vacanze e/o di pausa dallo studio e dalla scuola.

Il numero di giorni di vacanze estive in Italia è uno dei più alti in Europa (https://www.tecnicadellascuola.it/fine-anno-scolastico-in-europa-lo-stop-alle-lezioni-e-la-durata-delle-vacanze-estive) e per questo, seppure il dibattito sul learning loss è diffuso a livello mondiale, in Italia le preoccupazioni dei genitori, ma anche degli insegnanti, sono maggiori che altrove. Inoltre in Italia, la povertà educativa colpisce milioni di bambini, che a causa di difficili condizioni economiche e sociali, non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei in situazioni economiche migliori.

La teoria del rubinetto

Va ricordato per curiosità, che di Learning Loss se ne parlava già cento anni fa.

Gli autori sostengono che in media, durante le vacanze estive i cali sono generalmente più netti per la matematica che per la lettura e che i divari di lettura basati sul reddito crescono durante l’estate, per cui gli studenti a basso reddito hanno mostrato un più alto livello di learning loss.

Negli Stati Uniti alcuni ricercatori hanno formulato la “teoria del rubinetto” (Entwisle, Alexander e Olson), secondo i quali gli studenti a basso reddito possano apprendere meno durante l’estate rispetto agli studenti a reddito più elevato. Secondo questa teoria, il “rubinetto delle risorse” è aperto per tutti gli studenti durante l’anno scolastico, consentendo a tutti di mantenere stabile o migliorare l’apprendimento.

Durante l’estate, tuttavia, il flusso di risorse rallenta per gli studenti provenienti da contesti svantaggiati, ma non per quelli avvantaggiati. Gli studenti a più alto reddito tendono a continuare ad avere accesso alle risorse finanziarie e di capitale umano (come per esempio il livello di istruzione l’educazione dei genitori) durante l’estate, facilitando così l’apprendimento.

Prevenire il learning loss: cosa si può fare?

Sono diversi coloro che hanno provato a fornire idee e soluzioni, vediamone alcune.

In realtà, secondo gli esperti, le soluzioni sono a portata di mano e in generale suggeriscono che il modo migliore è quello di tenere i bambini attivi e lontani dal divano o dai dispositivi. Anche i campi estivi fanno parte delle idee per combattere il learning loss. In questo senso, è importante sollecitare la professionalizzazione del personale dei centri estivi, in modo che possa garantire la qualità delle attività, tra quelle ricreative e quelle di apprendimento proposte.

Inoltre, se si affronta il problema sin dai tempi della scuola primaria, gli studenti ottengono risultati migliori nel lungo periodo, sviluppando abitudini di apprendimento che si protraggono fino alle scuole superiori e all’università.

Tra le tante idee vale la pena citare quelle proposta da Arcipelago Educativo, che insieme a l’intervento di Save the Children e Fondazione Agnelli cerca di contrastare la perdita dei mesi estivi attraverso l’attivazione in diverse città italiane di progetti che coinvolgono oltre 600 bambini di scuola primaria e ragazzi di scuola secondaria di primo grado, con interventi sia in presenza che a distanza. Tra questi citiamo le attività per conoscere il proprio territorio, la caccia al tesoro fotografica, la creazione di città con i mattoncini Lego, ipotizzando la loro amministrazione con tanto di sindaco e assessori, ma anche la creazione e la gestione dell’orto condiviso e senza trascurare le visite didattiche e culturali di musei, gallerie e mostre nel proprio territorio.

Molti bambini e ragazzi in situazioni di povertà educativa non hanno quasi mai occasione di di incontrare bellezze naturali e paesaggistiche anche vicine alle proprie città, anche per questo motivo, all’interno di Arcipelago Educativo (https://www.arcipelagoeducativo.it/) , sono state dedicate alcune attività alla conoscenza del proprio territorio e ad attività di cittadinanza.