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Learning Objects: dalla teoria alla sperimentazione

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Parte in questi giorni la fase attuativa di un progetto sperimentale del Miur destinato a integrare risorse digitali nella didattica quotidiana in 150 scuole secondarie di primo grado di 4 regioni-campione: Puglia, Lazio, Toscana e Lombardia. Grazie ad una dotazione di 5 PC, una lavagna elettronica ed una stampante per ogni classe coinvolta, (il progetto è disponibile all’indirizzo http://www.istruzione.it/innovazione/progetti/apprendere_digitale.shtml), circa 4.000 studenti di prima media potranno integrare lo studio “tradizionale” sul libro della lingua italiana, della matematica e delle scienze, con degli “oggetti digitali”, learning objects, realizzati da Indire e anche da alcuni editori che tramite la loro associazione, l’AIE, hanno offerto la disponibilità a partecipare al progetto. Il tutto in un’ottica collaborativa e di rete, grazie all’impiego dell’ambiente di apprendimento on line “@pprendere digitale” realizzato da Indire. Per tal motivo, data la possibilità offerta di caricare e scaricare materiali elettronici per la didattica di un certo “peso” digitale, il Miur prevede anche a favore delle scuole interessate un potenziamento della larga banda realizzato dal consorzio di rete Garr.
I docenti coinvolti di italiano e di scienze saranno in tutto circa 320, dotati anch’essi dal progetto di un PC portatile per la didattica e scelti tra quanti già hanno avuto esperienze di formazione e didattica con le nuove tecnologie. Visto il livello di innovazione apportato dal progetto, durante la prima parte dell’anno scolastico essi verranno formati da Indire e USR all’utilizzo di queste nuove risorse nell’ambito di una programmazione tradizionale che prevede – come è noto – l’impiego dei libri di testo e momenti come la lezione frontale, interrogazioni, verifiche, ecc. L’utilizzo vero e proprio con le classi delle risorse on line sarà attivato a partire dal secondo quadrimestre, quando prodotti multimediali e attrezzature tecnologiche saranno disponibili.
A fine percorso, a maggio, Invalsi realizzerà con i docenti e gli studenti coinvolti il monitoraggio qualitativo degli apprendimenti ottenuti con le nuove tecnologie, in termini di gradimento ed efficacia.
Il progetto, finanziato dal Consiglio dei Ministri per la Società dell’Informazione, per due milioni di euro nell’anno scolastico 2005/2006, in prospettiva dovrebbe fare da apripista ad altre iniziative e, in qualche modo, entrare in sinergia con altri progetti a livello regionale e nazionale. Come, per esempio, il progetto Cipe Scuola, rivolto a 200 scuole del Sud, per l’accesso a risorse multimediali su una Libreria Nazionale Virtuale.
Ma è evidente, anche, che il lancio di “@pprendere digitale” risponde a molteplici esigenze, formative ma non solo. Oltre, infatti, all’interesse squisitamente didattico per l’integrazione tra strumenti “antichi” e moderni, non va dimenticato che la produzione di risorse didattiche complementari al libro potrebbe in qualche modo impattare sull’alleggerimento delle cartelle degli studenti e delle tasche dei genitori, entrambe attualmente oberate da formati cartacei pesanti e costosi. Potrebbe…perché la validità delle esperienze realizzate in quest’ambito non può prescindere da un vero e proprio incremento della produzione degli strumenti multimediali messi a disposizione, garanzia della diffusione, della qualità e della molteplicità delle opportunità.