Home Sicurezza ed edilizia scolastica L’edilizia scolastica, evitando i rischi di danni ambientali

L’edilizia scolastica, evitando i rischi di danni ambientali

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Di Annamaria Zizza

Le recenti dichiarazione del sottosegretario Lucia Azzolina fanno ben sperare per la politica scolastica del nuovo governo, presieduto per la seconda volta da Giuseppe Conte.

Chi è Azzolina?

La Azzolina, approdata in Parlamento a seguito delle elezioni del 4 marzo 2018 e militante nel M5S, nata a Siracusa e laureata in Filosofia e Giurisprudenza, è docente di scuola secondaria e sindacalista (ha militato nel sindacato ANIEF prima in Piemonte, poi in Lombardia, ma si è in seguito dimessa per dedicarsi pienamente all’insegnamento). Ad agosto ha vinto il concorso per Dirigente scolastico. E’ inoltre specializzata in diritto scolastico, materia notoriamente complessa e dalle controverse sfaccettature.

Parlare di scuola fa bene alla scuola

Si è detta felice che si riparli di scuola in maniera propositiva, come elemento fondamentale per lo sviluppo di una società moderna e tale da coinvolgere docenti, alunni e famiglie in vista della crescita umana, culturale e valoriale dei giovani, ma non si è nascosta i numerosi problemi che la affliggono, come le classi sovraffollate, gli stipendi troppo bassi dei docenti, sicuramente al di sotto della media europea – e qui la Azzolina augura che quelli degli insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria siano equiparati a quelli della scuola secondaria superiore- e soprattutto l’edilizia scolastica.

Gli edifici scolastici in Italia sono circa 52.000, quasi tutti a gestione pubblica e versano in condizioni manutentive sovente difficili, trattandosi di costruzioni  che, per circa il 63% del numero complessivo, sono state realizzate tra gli anni ’50 e gli anni ’70, dunque senza criteri antismici e poca o nulla attenzione al risparmio energetico e all’inquinamento. I consumi di energia nella scuola sono altissimi e superano la spesa complessiva annua di 1300 milioni di euro.

Risparmio energetico e rischio sismico

Anche solo limitandosi al lavori di coibentazione delle pareti perimetrali si otterrebbe un enorme risparmio, per tacere del rischio sismico- problema di particolare gravità in Italia, situata nella zona di convergenza tra la placca africana e quella euroasiatica- per il quale poco è stato fatto nel tempo: basti pensare che solo l’ 8% dell’edilizia scolastica risponde a criteri antismici e appena il 3% ha la certificazione correlata. Anche i recenti cortei per l’ambiente all’insegna del “friday for future”, promossi dalla giovane attivista Greta Thunberg, e  che hanno visto la partecipazione massiccia degli studenti in numerose città italiane, sono serviti ad enfatizzare ulteriormente un problema che si spera investa anche la scuola.

Qualità dell’aria e rendimento scolastico

Quando, nell’ormai lontano 2015, l’Unione Europea ha promosso il progetto Sinphonie (Schools Indoor Pollution and Health – Observatory Network in Europe) aveva come obiettivo la redazione di linee-guida per la diffusione dell’idea di ambiente sano in tutte le scuole europee, e relative a prevenzione, bonifica, controllo dell’inquinamento nelle aule scolastiche, etc…Le linee- guida, consultabili nel sito di riferimento, hanno numerosi destinatari, come leader politici, costruttori, progettisti, docenti, alunni e famiglie. Il problema da allora è stato esaminato con particolare attenzione per la presenza di allergeni e fattori inquinanti nelle aule,  spesso a danno dei bambini che, non avendo ancora un solido sistema immunitario, fanno più fatica a reggerne il peso senza ammalarsi alle vie respiratorie. In generale l’esposizione in un ambiente chiuso (“indoor”) spesso scarsamente ventilato, sovraffollato  e con clima caldo-umido, favorisce l’insorgere di asma e riniti allergiche (basti pensare che un bambino su tre soffre di asma). Da recenti studi si è appreso che la scarsa qualità dell’aria inficia anche il lavoro scolastico dell’alunno. Eppure basterebbe applicare le normative già esistenti, legati al diritto alla salute,  definire e rafforzare i protocolli operativi per la corretta pulizia degli ambienti interni ed esterni e promuovere all’interno della scuola (dove già esistono i referenti per l’educazione alla salute, ma non una figura di operatore sanitario per le emergenze) uno stile di vita e abitudini più sane, a partire dai prodotti distribuiti nelle macchinette, dove pure qualcosa pare si stia muovendo in tal senso.

Salubrità e scuola

Appare poi auspicabile che i casi di alunni con allergie vengano segnalati non solo per prendere le necessarie precauzioni mediche e comportamentali da parte del docente in caso di attacco, ma anche come elemento a supporto per segnalazione alle autorità competenti di casi che comportino la bonifica- se è il caso- dell’intero ambiente e l’eliminazione di infiltrazioni d’acqua, condensazioni, muffe o altri fattori inquinanti. Anche l’utilizzo di sistemi meccanici per evitare la stagnazione dell’aria, come l’aria condizionata, di recente installata anche nelle scuole primarie, va in questa direzione.
Appare dunque necessario trovare i soldi per investirli nella scuola pubblica e indispensabile la costituzione di un tavolo concertato tra ministero dell’ Istruzione, dell’Economia e della Salute, che affronti seriamente ed efficacemente il problema.

Annamaria Zizza