
Le prime letture della Legge di Bilancio 2026 lasciano l’amaro in bocca al mondo della scuola. Dopo le proteste di docenti e personale Ata, anche i dirigenti scolastici esprimono forte delusione per l’assenza di fondi dedicati alla retribuzione di risultato, considerata un passaggio fondamentale verso la piena perequazione retributiva con le altre aree della dirigenza pubblica.
In una lettera inviata al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al capo di Gabinetto Giuseppe Recinto, il sindacato DirigentiScuola ha chiesto un incontro urgente “per fare luce su diversi passaggi del testo, suscettibili di interpretazioni non univoche e, in alcuni casi, privi di coerenza interna per quanto concerne la posizione dei dirigenti scolastici”.
Secondo il sindacato, la manovra sarebbe iniqua nei confronti dei dirigenti scolastici di tutta Italia: il costo medio delle retribuzioni per il triennio 2026-2028 non rispecchierebbe infatti l’effettiva situazione della categoria, già penalizzata da un differenziale retributivo negativo rispetto alle altre dirigenze dello Stato di pari fascia.
Critiche anche al nuovo sistema di valutazione dei dirigenti scolastici, introdotto nel 2024 ma — secondo DirigentiScuola — “privo di un collegamento concreto con gli effetti economici conseguenti”.
Nel testo della Legge di Bilancio, infatti, non vengono indicati né gli stanziamenti specifici né le modalità di calcolo della retribuzione di risultato. “Così la valutazione rischia di restare un mero adempimento formale, mentre le retribuzioni continuano a dipendere dai pochi fondi già noti”, si legge nella nota.
Fra le altre criticità, il sindacato segnala anche la nuova disciplina sulle supplenze brevi, che impone la copertura interna delle assenze inferiori ai dieci giorni, e il previsto ridimensionamento dei contingenti di personale Ata, “che rischia di compromettere la capacità operativa delle istituzioni scolastiche”. Inoltre, restano incerti i dettagli relativi alle spese di funzionamento del “nucleo di valutazione dei dirigenti scolastici”, organo previsto per l’attuazione del nuovo sistema valutativo.
“È necessario che il ministero faccia chiarezza sugli interventi previsti dalla Legge di Bilancio per la dirigenza scolastica”, dichiara Attilio Fratta, presidente nazionale di DirigentiScuola che conclude: “Bisogna stanziare i fondi per la retribuzione di risultato e la conseguente perequazione che ci è stata promessa anni fa. Ora che la valutazione è entrata in vigore, non ci sono più alibi: non siamo più disposti a tollerare un carico abnorme di incombenze e responsabilità senza un adeguato riconoscimento stipendiale”




