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Leggere testi trap in classe accanto a classici come La Divina Commedia: la proposta di una scrittrice

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Leggere i testi trap in classe: l’idea-provocazione è della scrittrice Chiara Gamberale, come riporta SkyTg24. L’obiettivo? Evitare di “censurare” o vietare la lettura o l’ascolto di queste parole, ma analizzarle e metterle a confronto con altri concetti.

I testi trap, sono spesso, intrisi di parole violente e maschiliste veicolando concetti relativi ad amori tossici e possessivi. Ecco il pensiero della conduttrice: “Quando Sfera Ebbasta canta ‘sei soltanto mia, mai più di nessuno/odio chi altro ti ha avuta o fatto sentire al sicuro’ non avverto in pericolo un ragazzino che, mentre sta formando il suo modo di stare nel mondo, lo ascolta”.

Il paragone con altre canzoni ben più “accettate”

“O meglio: non lo avverto più in pericolo di quanto fossi io quando, alla sua età, imparavo una volta e per sempre
Minuetto. Cantavo Anna Oxa e dimmi dimmi dimmi che senso ha dare amore a un uomo senza pietà. Leggevo Cime tempestose. Allucinazioni che autorizzavano la mia natura iper-romantica e incline a un certo masochismo sentimentale a procedere, indisturbata? O che, regalandole le famigerate parole per dirlo, la aiutavano a riconoscersi, per poi contenersi?”, ha aggiunto.

Insomma, secondo la scrittrice il semplice “leggere” parole di questo tipo non significa automaticamente comportarsi in un determinato modo, ma semplicemente imparare a verbalizzare dei sentimenti per poi imparare a discostarsene.

Ed ecco la proposta: “Se, finalmente, il progetto di un’educazione ai sentimenti come materia scolastica diventasse realtà, magari si potrebbero leggere insieme, in classe, e analizzare quei testi incriminati. Alternandoli al quinto canto dell’Inferno e a Il teatro di Sabbath, perché sia nostra l’unica possibilità di dare e chiedere amore senza fare e farci (troppo) del male: conoscere chi siamo”, ha concluso.

Educazione affettiva, Gino Cecchettin: “Corsi già in età prescolare e alla primaria”

A proposito di educazione affettiva Gino Cecchettin, il padre di Giulia Cecchettin, la vittima di femminicidio uccisa dall’ex fidanzato a soli 22 anni nel novembre 2023, è intervenuto al festival dei diritti umani in corso a Milano, dove ha incontrato, come fa spesso, alcuni studenti.

Come riporta Il Gazzettino, Cecchettin, che ha fortemente voluto la nascita della Fondazione Giulia Cecchettin, ha rilanciato la sua idea: combattere i femminicidi con la cultura, con la prevenzione, già dagli anni della scuola. “I femminicidi – ha detto Cecchettin – sono la punta dell’iceberg perché contiamo più di cento vittime ogni anno ma migliaia e migliaia sono le violenze quotidiane vissute da donne. Dalle leggi il patriarcato è stato abolito, ma lo sono stati anche i furti e gli omicidi”.

“Eppure dobbiamo anche decostruire i comportamenti che portano tutti i giorni ad essere sessisti, maschilisti, dalle classiche battutine da spogliatoio, e lo dobbiamo fare tutti i giorni nella vita. Con i corsi della fondazione vorremmo cominciare in età prescolare e con le prime classi elementari. Abbiamo già progetti che stiamo mettendo su carta e vorremmo partire il prossimo anno scolastico per fare formazione a docenti e studenti. L’idea è di finanziare anche altri progetti. Lo stiamo facendo nel Veneto ma l’intenzione è di arrivare in tutte le scuole d’Italia”, ha concluso Cecchettin.

Trapper sotto i riflettori

Quanto contribuisce la musica, e soprattutto i testi delle canzoni, nel plasmare l’universo identitario dei ragazzi? In tempi di frequenti episodi di violenza tra giovanissimi bisognerebbe riflettere sul messaggio che i personaggi famosi, tra cui cantanti e attori, trasmettono?

C’è chi punta il dito contro un certo tipo di musica, e soprattutto di testi delle canzoni: il trapLo ha fatto l’attrice Cristiana Capotondi: “Ma l’avete ascoltata la musica trap, di come viene trattata la donna nella musica trap? La ascoltano gli adolescenti. Di che ci sorprendiamo se un giovane di 22 anni considera una donna come un oggetto tale per cui ti tolgo la vita”, ha detto a In Altre Parole su La7.