Home Attualità L’emergenza Covid rilancia l’autonomia differenziata nella scuola

L’emergenza Covid rilancia l’autonomia differenziata nella scuola

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Le modalità con cui si sta decidendo su apertura e chiusura delle scuole mettono in luce che si sta forse aprendo una fase nuova sia nella gestione del sistema di istruzione sia nei rapporti fra Stato e Regioni.
Negli ultimi giorni, infatti, diverse Regioni hanno deciso di regolamentare il funzionamento delle scuole (ma in definitiva persino la stessa attività didattica) in modo difforme rispetto a quanto deciso dal Governo.

E così, in Campania le scuole secondarie rimangono chiuse fino al 30 ottobre, in Lombardia la Regione “impone” didattica a distanza per tutte le secondari di secondo grado, ma nulla dice (almeno per ora) per gli altri ordini di scuola; in Liguria didattica on line per almeno il 50% degli studenti, e così per le classi più alte in Piemonte, nel Lazio e in Puglia (e magari mentre stiamo scrivendo si sono aggiunte anche altre regioni con provvedimenti più o meno simili).

Nel tentativo di rimettere ordine, il Governo sta predisponendo un nuovo DPCM che potrebbe essere firmato già nella giornata di domenica: sembra che si stia pensando a regole non derogabili dalle Regioni che però, a loro volta non ci stanno e vogliono avere la possibilità di prendere decisioni sulla base dei dati reali del proprio territorio.

Sembra quasi che l’ “autonomia differenziata” stia avanzando nei fatti, senza che se ne discuta più di tanto; come se fosse l’unica strada percorribile per fronteggiare l’emergenza.
Il fatto curioso è che neppure i sindacati, ferocemente contrari a ogni forma di autonomia e decentramento almeno per quanto attiene le politiche scolastiche, parlano di questo.