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Lettera aperta al Ministro Giannini

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Carissima Ministro Stefania Giannini, abbiam notato con piacere che lei continua a parlare di merito. Speriamo che non si faccia di noi precari, che abbiam lavorato per anni in scuole fatiscenti, carne da macello. Abbiam visto che tra le sue visite in calendario, c’e’ stata una puntatina ad un CFP padovano. Speriamo lei abbia colto le reali difficoltà e sfide che i docenti devono affrontare in contesti simili. Bene la formazione pratica, quando però accompagnata anche da una crescita morale ed intellettuale dell’alunno.

Le assicuriamo che in tali realtà lavorative, le difficoltà d’apprendimento e di formazione sono altissime. I docenti che vi lavorano, che vi hanno lavorato e tutti coloro che continueranno a lavorarvi meriterebbero l’abilitazione honoris causa. Non abbiam ancora capito cosa intenda per merito, ma ci auguriamo che la sua non sia la solita sequela di conoscenze e abilità che i Pas e i Tfa continuano imperterriti a fornire. Speriamo che nella sua concezione di merito rientrino anche i problemi di gestire contesti lavorativi difficili in condizioni spesso da terzo mondo.
Ci auguriamo che con altrettanta sensibilità, affronti la problematica questione della formazione dei docenti in un momento storico particolare. E che il tutto non resti legato ai soliti slogan, privi di un effettivo peso reale.
Le chiediamo, per cortesia, di controllare quanto le università italiane stanno facendo per gestire l’attuale sistema formativo docenti.
Di ripensare alla formazione tecnico-professionale, svuotata dalle ore di laboratorio necessari per una formazione eccellente degli studenti italiani. Ore tolte da una riforma che non va verso la valorizzazione delle competenze. Ma verso l’appiattimento intellettuale degli stessi alunni . Ripensi alla geografia,alla storia dell’arte e all’insegnamento delle lingue straniere che valorizzano uno sviluppo cosciente e critico di ogni studente, che sarà cittadino italiano e del mondo una volta finito il percorso scolastico.