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Lettera di uno studente al prof di Educazione fisica

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A partire dall’articolo pubblicato dalla nostra testata sul dress code imposto agli studenti dal Liceo Quintiliano di Siracusa per le ore di Educazione fisica, allo scopo di evitare incidenti e situazioni pericolose, nelle ultime settimane si è scatenato un vero e proprio dibattito sul tema, compresa la provocazione dello scrittore  Giordano Tedoldi che chiede l’abolizione dell’ora di educazione fisica e la risposta del SIEF che invece illustra le potenzialità della disciplina.

A tal proposito interviene pure Capdi & LSM – Confederazione associazioni provinciali diplomati ISEF e Laureati Scienze Motorie, che oltre a difendere la categoria degli insegnanti di Educazione Fisica e il loro lavoro, riporta una lettera di un scritta da uno studente al suo insegnante di Educazione fisica alla fine del percorso di studi della scuola secondaria di 1 grado.

LA LETTERA DELLO STUDENTE AL SUO INSEGNANTE DI EDUCAZIONE FISICA

Caro prof Sono oramai trascorsi quasi 3 anni da quando ho iniziato la scuola media e le scrivo per ringraziarla per tutto quanto ha fatto per noi. Tra pochi giorni finisce la scuola e andrò alle superiori e già mi tremano un po’ le gambe. A scuola non vedo l’ora che arrivi l’ora di educazione fisica, o di fisica come la chiamiamo noi, perché finalmente possiamo correre, saltare, giocare… ma anche scontrarci con quelli antipatici del corso A, sempre in palestra con noi, per vincere gli incontri. Peccato solo 2 ore la settimana e in terza siamo stati anche sfortunati perché molte feste sono cadute il martedì che avevamo fisica. Grazie prof perché ci hai fatto divertire, ridere ma anche piangere. Ricordo con emozione, e anche le lacrime, la prima volta che ho corso la campestre: il freddo, la nebbia, il fango però all’arrivo il suo…abbraccio. E i tornei con le altre classi e le altre scuole: pallacanestro, unihoc, atletica leggera, madball. E poi che bello andare in piscina a fare il corso di nuoto. E quando ci siamo sbaruffati in spogliatoio a Mestre, e lei intervenendo ha difeso quelli dell’altra scuola e li ha rincuorati. Che rabbia. Dopo ho capito il perché: erano più scarsi e non voleva che si sentissero umiliati. Grazie per avermi insegnato che è bello vincere, ma è più importante farlo senza barare, come abbiamo sentito e visto dagli atleti più grandi che sono venuti in palestra a parlare del doping. Grazie per averci ascoltato e difeso davanti al preside quella volta che in gita a Firenze, eravamo in prima, abbiamo fatto un po’ di casino, ma era la prima volta che uscivamo così distanti da casa ed eravamo troppo euforici e un po’avevamo paura Grazie perché ci ha fatto sempre sentire importanti per tutte le cose che ci hai insegnato come la misurazione del battito cardiaco, per lo sport, attività che ho insegnato a mia madre, mio padre e a mio fratellino. Un po’ meno grazie per le lezioni per casa quando mia madre mi ha comperato la funicella per fare i salti la sera e nelle vacanza d’estate. Poi però ho preso 10 in verifica Grazie infine perché mi hai fatto conoscere e amare lo sport specialmente l’atletica leggera che ora vado in campo e gareggio nel salto in lungo e nella corsa veloce Ciao prof, quando sarò alle superiori verrò a trovarla per salutarla e vedere come sono i primarioi (tradotto: quelli di prima media – i più piccoli) Mi stia bene e sempre il nostro motto: PALESTRA E’ BELLO!!
Marco della 3 B”.