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Liceo Imbriani, vietato agli studenti esprimere dissenso al Ministro Di Maio

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La visita del Ministro Di Maio e del sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano, accompagnati da alcuni Consiglieri comunali del M5S, al Liceo Classico Imbriani di Pomigliano d’Arco, ha sollevato un caso nazionale. Il dirigente scolastico del Liceo avrebbe velatamente minacciato, secondo quanto riferito da Luca Iuliano (UdS), gli studenti pronti a contestare il Ministro Di Maio e il sottosegretario al Miur.

Dichiarazioni dell’Unione degli Studenti

Sul caso della visita istituzionale del vicepremier Luigi Di Maio e del sottosegretario al Miur Salvatore Giuliano, entrambi esponenti del M5S, al Liceo Classico Imbriani di Pomigliano d’Arco (scuola in cui si è diplomato Luigi Di Maio), abbiamo ascoltato telefonicamente lo studente Luca Iuliano dell’Unione degli Studenti di Pomigliano.

Iuliano ci dice che l’organizzazione dell’evento politico, tenutosi all’interno del Liceo Classico Imbriani il lunedì 4 febbraio 2019, aveva già previsto l’esclusione degli alunni che avrebbero potuto fare domande imbarazzanti ai politici presenti e che comunque avrebbero potuto contestare le attuali politiche di Governo. Il rappresentante dell’Unione degli Studenti ha parlato anche di minacce velate, fatte dalla dirigenza del Liceo, in caso di contestazioni o disordini. Nello specifico i ragazzi sarebbero stati minacciati di avere abbassato il voto in condotta se ci fossero state contestazioni o disordini durante la visita di Di Maio e Giuliano.

Luca Iuliano parla di questo caso del Liceo Imbriani come un atto gravissimo fatto all’interno di un ambiente scolastico, si tratta di reprimere il libero pensiero e la coscienza degli studenti, che è proprio il contrario di quello che la scuola dovrebbe fare.

Gli studenti avrebbero voluto parlare apertamente e pubblicamente con il Ministro Di Maio, facendo precise domande su alcune questioni che riguardano la Scuola, la Ricerca e l’Università. Avrebbero voluto affrontare il problema delle novità che riguardano l’esame di Stato e contestare l’idea di introdurre le buste numerate per l’orale della maturità. Luca Iuliano sostiene che l’esame non è un gioco a quiz e quindi respinge al mittente la questione delle tre buste numerate e del sorteggio delle stesse.

Gli studenti avrebbero voluto porre la questione del problema dell’edilizia scolastica e di temi importanti per il sud Italia, come l’attuazione dell’autonomia differenziata e il grave problema della gestione dei migranti provenienti dal mar Mediterraneo.

Nessun confronto è stato possibile e quindi la contestazione si è sviluppata fuori dalla scuola dove i ragazzi si sono trovati davanti un cordone di forze di polizia che non ha consentito l’accesso all’interno della scuola degli studenti. Gli stessi studenti per dimostrare il loro dissenso si sono inginocchiati davanti ai poliziotti e sono stati fotografati con le mani dietro la nuca, in senso di protesta contro le decisioni dirigenziali e contro l’indifferenza di tutte le istituzioni presenti.

Sinopoli (FLC CGIL), tacitato un possibile dissenso

Sulla vicenda abbiamo raccolto anche una battuta del Segretario Generale della Flc Cgil Nazionale Francesco Sinopoli:” L’impressione è che sia stato tacitato un possibile dissenso o impedita una semplice interlocuzione tra gli studenti che avevano qualcosa da dire e i rappresentanti delle istituzioni. Come se lo show non dovesse avere interruzioni. Mi pare davvero degno delle peggiori stagioni di questo paese. Certo non è il cambiamento”.