Home Attualità Liceo occupato a Roma sgomberato dai genitori a suon di schiaffoni

Liceo occupato a Roma sgomberato dai genitori a suon di schiaffoni

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Liceo Azzarita occupato a Roma. Non è una novità, il fatto più curioso è che invece dei manganelli della polizia, per mettere fine all’occupazione della scuola, hanno potuto i ceffoni dei genitori. Lo riporta l’edizione romana del quotidiano “La Repubblica”.

Ecco il racconto sul sito del giornale: È andata così, mercoledì pomeriggio, nel liceo scientifico tra villa Ada e viale della Moschea. Per la terza volta in 24 ore, i ragazzi hanno provato a prendere in mano l’istituto: “Abbiamo invaso il cortile e proclamato l’occupazione”, racconta una studentessa. Nella scuola solo un centinaio di ragazzi, che però giurano: “Nei giorni precedenti al blitz avevamo raccolto più di 200 firme”. Su circa mille studenti.

Insieme alle volanti, sono arrivati anche i prof e il preside che ha convocato i genitori d’urgenza per una riunione straordinaria. E mentre i figli occupavano il piano terra e gli ultimi piani, al primo mamme e papà denunciavano la perdita di giorni di scuola chiedendo a gran voce un’autogestione concordata con i docenti. “A un certo punto abbiamo sentito dei colpi alla porta che avevamo barricato – prosegue la studentessa – Erano alcuni genitori che, forzando la porta, sono riusciti a entrare, urlando di andar via, cercando i figli, spintonandoli. Qualcuno ci ha preso anche uno schiaffo… Noi, i più piccoli, ci siamo spaventati e siamo scappati”.

Gli ultimi rimasti, i più grandi, sono stati fatti uscire dalle forze dell’ordine, intervenute nel tardo pomeriggio. Ma lo sgombero era fatto. Già da oggi si tornerà sui banchi, “ma saranno due giorni di confronto con i ragazzi per evitare il muro contro muro con i docenti e capire le ragioni del loro disagio – spiega il preside, Roberto Gueli – Hanno sbagliato, volevano attirare l’attenzione e in qualche modo ci sono riusciti. Ma non hanno fatto danni, hanno rispettato le aule, i laboratori. L’intervento delle forze dell’ordine, però, è stato necessario, anche per evitare il peggio”.