
Una vera e propria tragedia si è consumata ieri in una scuola della provincia di Roma. Una docente di 49 anni ha avuto un malore a scuola ed è morta in sala professori. Lo riporta La Repubblica. Inutile dire che tutta la comunità scolastica è sotto choc.
Come riporta Fanpage, l’insegnante ha avuto un malore attorno alle 10.30, quando è andata in bagno lamentando di non sentirsi molto bene, per poi accasciarsi proprio nell’aula dei docenti. Immediatamente chi si trovava nei pressi l’ha soccorso e chiesto aiuto, ma il decesso è sopraggiunto in pochi minuti rendendo inutile l’intervento dei sanitari, che hanno disposto il trasferimento all’obitorio.
La dirigente scolastica per la giornata di oggi, 28 febbraio, ha annullato le lezioni della prima ora: “L’attività didattica sarà sostituita da un momento di raccoglimento per docenti e studenti durante la prima ora”. A seguire ci sarà il funerale, per chi vorrà andare.
Il cordoglio dei colleghi
Il lutto ha sconvolto la scuola. “La nostra cara collega, volata in cielo così, sotto ai nostri occhi — scrive sui social un’altra docente —. Stentiamo a crederci tutti, grave e improvvisa perdita”. “È tutto così assurdo”, dice invece un’altra; “Sembrava tutto surreale”, aggiunge una collega. La docente, che aveva lavorato anche a Roma, lascia un grande vuoto anche nelle vite dei suoi studenti: “Amavi tanto il tuo lavoro e anche loro”, dice un’altra collega.
Le parole di mesi fa
Il 31 dicembre aveva pubblicato delle parole forti. “È stato un anno faticoso, difficile e triste con persone care che sono volate via. Ho combattuto ogni giorno come Don Chisciotte contro i mulini a vento, ma la mia forza sta svanendo sempre di più, sono fiera di me nonostante tutto. Ormai la speranza che la vita possa portarmi un po’ di felicità e serenità si è completamente disciolta come neve al sole, chiedo solo che questo nuovo anno non mi tolga più niente e nessuno, vorrei solo riposare. Un augurio immenso a tutti voi, godetevi la fortuna di avere una famiglia che è l’unica cosa che conta nella vita”. Parole che ora, fa notare in un commento un’altra collega, “fa strano leggere”.