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Massacro di Gaza: la scuola non può restare in silenzio, un appello arriva da un istituto comprensivo di Palermo

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Un grido di pace si leva dalla scuola italiana, e parte da Palermo.
L’Istituto Comprensivo “Giuliana Saladino” ha deciso di rompere il silenzio sul massacro in corso nella Striscia di Gaza, lanciando un accorato appello ai dirigenti scolastici e ai presidenti dei consigli d’istituto di tutta Italia: “Sul massacro di Gaza dobbiamo prendere parola”.

Con una lettera aperta, il Collegio dei docenti e il Consiglio d’Istituto denunciano la tragedia umanitaria che sta colpendo la popolazione civile di Gaza, con numeri che parlano da soli: oltre 54.000 morti, di cui 15.000 sono bambine e bambini, 130.000 feriti, 14.000 minori orfani, più di un milione di bambini che necessitano di supporto psico-sociale. Un’intera generazione segnata dalla guerra, dalla perdita, dalla fame e dalla sete. Oltre 2.300 spazi educativi distrutti, tra scuole e università, rappresentano un colpo mortale al futuro e alla speranza.

In risposta a questa emergenza, l’Istituto “Giuliana Saladino” ha deciso di agire simbolicamente ma con forza: un lenzuolo bianco è stato esposto sulla facciata della scuola, richiamo potente alla memoria civile, già usato come simbolo di protesta dopo la strage di Capaci nel 1992. Attorno ai plessi scolastici è stato organizzato un girotondo “rumoroso”, e un invito è stato rivolto ai residenti del quartiere per esporre lo stesso simbolo di pace dai propri balconi.

La scuola palermitana lancia un messaggio chiaro: non si può rimanere in silenzio davanti all’orrore. E rivendica il diritto – e il dovere – della scuola di educare alla pace, alla giustizia e alla responsabilità civile. “Se la scuola non si occupa del presente – si legge nella lettera – rischia di rendere inutile lo studio della Storia”.

La lettera si chiude con un richiamo agli obiettivi delle Indicazioni nazionali per il curricolo, che invitano alla costruzione di una cittadinanza consapevole e aperta al mondo: una missione che non può ignorare il dramma attuale.
“Prendere parola è il compito principale che ha la scuola italiana.”

Un invito che scuote le coscienze, un esempio di scuola che non solo educa, ma partecipa, si schiera, e agisce.