
La maturità 2025 è praticamente finita, le prove orali sono agli sgoccioli. E, come ogni anno, il portale Skuola.net ha raccolto i vari strafalcioni dei candidati, che come al solito, per esempio, hanno coinvolto il poeta Gabriele D’Annunzio, che come ogni anno viene chiamato, da alcuni studenti, “estetista” anziché “esteta”.
Dalla storia alla letteratura, passando per l’arte e le scienze, l’elenco degli scivoloni è lungo e ricco di momenti da consegnare di diritto agli annali. Con perle come il premio Oscar assegnato a Marie Curie, il Nobel per la Pace da Hitler o, ancora, scambi frequenti di attribuzione tra opere, autori e nazionalità.
Un candidato al diploma ha finito per “privare” il poeta anche del suo componimento più celebre, attribuendo “La pioggia nel pineto” a Giovanni Pascoli.
Ma, stando alla visione dei maturandi, l’autore de “Il Fanciullino” potrebbe essere denunciato anche per un altro furto, quello della teoria della “frantumazione dell’io”, che secondo uno studente non sarebbe stata tradotta in forma letteraria da Luigi Pirandello, ma proprio da Pascoli.
E non finisce qui. A scuotere le fondamenta della letteratura italiana ci si è messo pure quel maturando che ha collocato Alessandro Manzoni nel 1600, forse distratto dall’ambientazione de I Promessi Sposi.
Uno studente ha detto che il campo di concentramento di Auschwitz fu liberato dagli americani, dimostrando una conoscenza storica decisamente imprecisa, considerando che fu l’Armata Rossa sovietica a liberare il lager situato in Polonia.
Mentre per la categoria “errori cronologici”, si commenta da solo quel maturando che ha collocato l’inizio della Seconda Guerra Mondiale nel 1933, anziché nel 1939. C’è stato, poi, chi ha sostenuto che l’Italia sia ancora oggi una Monarchia. Peccato che il nostro Paese sia diventato una Repubblica con il referendum del 2 giugno 1946.
Nel “minestrone”, c’è pure spazio per altre affermazioni piuttosto bizzarre. Ad esempio, qualcuno ha ricordato come dietro al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro ci fosse la mano di Cosa Nostra.
Maturità 2025, gli episodi clamorosi
Oltre agli strafalcioni, ci sono stati episodi particolari. Un esempio clamoroso è quello di uno studente che ha deciso di fare scena muta durante l’esame, trasformando il suo colloquio in una pantomima: magari avrà avuto già il 60 in tasca e si sarà voluto divertire un po’, non sapendo forse di aver rischiato davvero grosso.
A un altro maturando, che ha risposto “non la so” a tutte le domande di scienze, la professoressa ha chiesto se ci fosse qualcosa che gli fosse piaciuto durante l’anno. La sua risposta? L’ennesimo “No”. Uno scambio di vedute che ha lasciato la Commissione senza parole, ma che ha anche scatenato la reazione dell’insegnante: “Ci saranno provvedimenti”, ha detto la docente. Come finirà? Probabilmente non molto bene per il ragazzo ma, certo, questa è una scena che nessuno dimenticherà facilmente.
Maturità 2025, gli strafalcioni dei docenti
Ma il bello degli strafalcioni è che non risparmiano nessuno, nemmeno i membri della Commissione. Gli errori, infatti, a volte provengono da chi dovrebbe segnalarli. Un esempio lampante arriva da una commissaria di arte che, parlando del Futurismo, ha affermato con sicurezza che questo movimento è nato nel 1919, anziché nel 1909. A peggiorare la situazione, il docente di storia che ha corretto la collega, dando vita a una discussione in sede di colloquio orale.
E i colpi di scena non finiscono qui. Perché una studentessa ha, infatti, raccontato di come il commissario esterno di scienze abbia trasformato il suo esame in un vero e proprio “orale di famiglia”. Visto che, durante una discussione sul DNA, la mamma e la sorella gemella della ragazza sono state chiamate in scena, con il professore che ha chiesto alla signora se i gemelli avessero lo stesso patrimonio genetico.
I primi posti della classifica, però, vanno a un’altra coppia di professori. Da un lato, un commissario di inglese che, parlando di Charles Dickens, ha continuato per tutto il suo intervento a citare il romanzo “The picture of Dorian Gray”, che però è di Oscar Wilde. Dall’altro, un docente di Latino, che durante l’interrogazione si è fissato su una serie di domande su una delle sue materie: il Latino. Peccato che nel programma di quella classe non ci fosse traccia di quella disciplina, lui era lì per altro.