
La maturità rappresenta per molti studenti italiani il primo vero spartiacque della vita adulta: la fine del percorso scolastico e l’inizio di nuove sfide. Ma se da un lato i giovani affrontano con emozione – e talvolta timore – le ultime prove, dall’altro c’è un fenomeno sempre più diffuso che sta facendo discutere: la celebrazione dell’esame con la corona d’alloro, simbolo tradizionale della laurea.
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A puntare il dito contro questa nuova consuetudine è lo scrittore e docente Andrea Maggi, volto noto anche del programma “Il Collegio”. Le sue parole, riportate da Il Mattino, non lasciano spazio a fraintendimenti: “La corona d’alloro alla maturità è pacchiana”, afferma, sottolineando come questa scelta non parta dai ragazzi, ma dai genitori.
Secondo Maggi, si tratterebbe di una “mossa” che riflette la volontà degli adulti di appropriarsi dei successi dei figli. “È cafone e niente affatto normale“, prosegue, inserendo nel mirino anche altri simboli importati, come le toghe da laurea per i bambini delle scuole elementari. “Una presenza ossessiva e oppressiva” dei genitori, che faticherebbero ad accettare il naturale percorso di crescita dei propri figli.
Ma l’analisi non si ferma al gusto estetico o alla forma: per il professore, questa tendenza rivela un problema più profondo, quello dell’eccessiva proiezione delle aspettative degli adulti sulla vita dei giovani. “Si sminuisce il percorso scolastico – sostiene – trasformando traguardi personali in occasioni di autocelebrazione genitoriale, come se ogni passaggio della vita dei figli dovesse essere vissuto attraverso il filtro dell’adulto”.
“Sarebbe sano – conclude il professore – che i genitori lasciassero ai figli il diritto di vivere queste esperienze importanti da soli, senza interferenze, senza la necessità di renderle spettacolo o rivalsa”.