
La maturità ha ancora senso di esistere? Secondo il pedagogista Daniele Novara, almeno per come funziona al momento, no. L’esperto lo ha detto in una intervista a Il Giorno, spiegando il suo punto di vista.
“Abbiamo sempre ritenuto l’esame di maturità qualcosa di sacro e anche folcloristico. Come la scena di ‘Ecce Bombo’ di Nanni Moretti, quando lo studente si porta dietro l’amico poeta, sul quale ha scritto la tesina. Dovremmo spogliarlo di tutto questo significato”, ha esordito. “È un modo per concludere un percorso, anche se non si sa bene quale. L’età della scuola dell’obbligo è fino a 16 anni, quindi si tratta di una tappa che riguarda solo la fine delle superiori. Un momento convenzionale”.
“Segna il passaggio alla maturità? Ma quando mai! Le neuroscienze hanno procrastinato la fine dell’adolescenza al 23-25esimo anno di vita. Il concetto di maturità non si presta poi al discorso scolastico perché è un concetto psicologico. La scuola è impegnata nel farti imparare qualcosa. Purtroppo in una logica che riguarda nozioni, materie, conoscenze puramente informative, anziché la capacità di applicazione di quello che hai acquisito. Vale a dire il vero apprendimento. All’esame di scuola guida non basta la teoria ma devi dimostrare di saper affrontare il traffico e superare una prova applicativa. Invece, il concetto di esame di maturità è fermo a Giovanni Gentile”, ha aggiunto, polemico.
Ecco cosa è la maturità per lui: “Ogni Governo fa una riforma della maturità come se avesse un significato innovativo. Io dico che non ce l’ha. Ci vuole senz’altro un momento di chiusura di un percorso ma questo non definisce la maturità, che è un concetto ineffabile e aleatorio. Siamo davanti alla verifica e validazione dei cinque anni scolastici. Invece la domanda dovrebbe essere: dopo il periodo dell’età evolutiva, la scuola cosa ti ha dato e tu cosa ti porti a casa? Il bilancio delle competenze non può essere slegato dalla capacità di orientamento nelle scelte della vita, che siano di continuazione di studio o nell’affrontare la realtà del mondo del lavoro”.
“L’idea che la scuola debba verificare i contenuti non ha senso. Gli apprendimenti sono una faccenda applicativa. Ma manca. Se fai il liceo scientifico dovresti essere in grado di mettere insieme risposte sul cambiamento climatico, il viaggio su Marte, le specie a rischio, i modelli matematici che ci permettono di tutelarci rispetto all’AI. Il nostro esame è al limite del religioso. Del resto, quando Gentile nel 1923 fa l’impianto piramidale della scuola e all’apice mette il liceo classico, era ancora l’epoca di una scuola italiana basata su un modello religioso e di somministrazione della verità. Un sapere definitivo. E la maturità entra dentro questa visione: essere maturo rispetto a questo afflato definitivo di conoscenze intangibili che per anni ti abbiamo propinato”, ha continuato.
Come sarebbe la maturità ideale?
Ecco come dovrebbe essere l’esame ideale secondo lui: “Come progettiamo la piazza della nostra città? È un esempio. E lo farei fare in gruppo, perché l’apprendimento ha sempre una componente neurosincronica. Invece lo studio diventa materia esclusiva, basata sull’isolamento. È tutto molto arcaico. È l’immagine di Leopardi chino sui libri nella sua biblioteca: è sofferenza allo stato puro. E Leopardi muore a 40 anni. Anche il Premio Nobel non viene più dato al genio, ma a 3-4 persone. La condivisione e la reciprocità rafforzano le proprie competenze”.
“Quando cambierà la scuola? Quando cambierà il sistema di valutazione. La media matematica è una follia. Se la scuola ha senso, è quel luogo che ti porta dal deficit di apprendimento alla competenza. È farti fare il salto da 3 a 7 e non fare la media con 3 e 7. Perché lo scopo è liberarti dal 3 e non tenerlo come un baluardo. Valutare i progressi e non gli errori. Sbagliare è normale, come fai altrimenti a imparare? Invece, c’è una concezione punitiva: 5 in condotta porta alla bocciatura, che diventa una pena da espiare. Lezione-studio-interrogazione è un metodo parossistico. Abbiamo bisogno di esperienze, laboratori, progetti, mettersi alla prova. Vivere la scoperta, l’entusiasmo, la curiosità, trovare le domande e lavorare sulla ricerca delle risposte”, ha spiegato.
Ecco cosa suggerisce Novara a qualsiasi maturando: “Tranquillo, la vita è un’altra cosa. La società chiede di passare da questa porta e tu fallo al meglio. Non sottovalutare, ma dai il giusto peso, così eliminerai anche l’ansia. Impegnati e non isolarti, preparati sempre insieme ai compagni perché è nella comunità che l’apprendimento si rafforza. Dormire è importante. Le notti in bianco sono un mito da sfatare: il cervello è una macchina che ha bisogno di eliminare i detriti”.
Maturità 2025, i dati
Quest’anno saranno 524.415 gli studenti coinvolti nelle prove (511.349 candidati interni e 13.066 esterni), mentre le commissioni sono 13.900 per un totale di 27.698 classi.
La ripartizione dei candidati per tipologia di percorso di studio è la seguente:
Licei: 268.577
Istituti Tecnici: 169.682
Istituti Professionali: 86.156
Le commissioni d’Esame sono composte da un Presidente esterno, da tre membri esterni e tre interni all’istituzione scolastica. La pubblicazione delle commissioni rappresenta un’altra tappa di avvicinamento alle prove di giugno. Si parte mercoledì 18 giugno, alle 8.30, con il primo scritto, italiano, comune a tutti gli indirizzi. Si prosegue il 19 giugno con la seconda prova, che riguarda le discipline caratterizzanti i singoli percorsi di studio. È previsto, poi, un colloquio che ha l’obiettivo di accertare il conseguimento del profilo educativo, culturale e professionale di ciascun candidato.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha realizzato una pagina informativa sugli Esami di Stato (https://www.istruzione.it/esami-di-stato/) consultabile da studenti, famiglie, personale della scuola.
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Maturità 2025, cosa devono fare i commissari e i presidenti?
Gli Esami di Stato per l’a.s. 2024/2025 sono disciplinati dalla specifica Ordinanza ministeriale n. 67 del 31 marzo 2025. Essa dispone tutte le principali modalità organizzative e operative per il corretto e uniforme svolgimento degli Esami di Stato conclusivi del secondo ciclo di istruzione, dall’inizio della sessione d’esame alla sua conclusione.
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La presente Guida, nel voler tracciare i principali adempimenti e le procedure che i Presidenti e i Commissari per gli Esami di Stato 2025 dovranno mettere in atto, vuole essere un utile supporto per le Commissioni che si insediano oggi, 16 giugno 2025.